Dal passato al futuro: la fornace di Cazzago rivive nel documentario di Paolo Boriani
Il documentario presentato a Materia racconta la Summer School che ha trasformato le antiche fornaci in laboratorio di architettura e comunità, aprendo nuove prospettive sul destino del borgo lacustre

Una comunità che si interroga sul proprio futuro partendo dalla memoria di un luogo simbolico: la fornace di Cazzago Brabbia. È questo il cuore della serata che si è svolta mercoledì 15 ottobre a Materia Spazio Libero di Castronno, dove il regista Paolo Boriani ha presentato il documentario Another Summer School, realizzato durante le quattro intense settimane che hanno visto architetti, studenti e abitanti vivere fianco a fianco uno dei luoghi più suggestivi del borgo affacciato sul lago di Varese.
La proiezione è stata moderata dal giornalista Tommaso Guidotti, che ha guidato il dialogo tra gli organizzatori e il pubblico, offrendo spunti di riflessione e raccogliendo voci diverse su un tema che unisce architettura, comunità e rigenerazione urbana.
Il documentario come testimonianza
«Non volevo semplicemente filmare – ha spiegato Boriani – ma lasciare una testimonianza. Ogni immagine è stata girata come se fosse l’ultima, con la responsabilità che ciascuno di noi ha verso la propria memoria. La memoria non è del passato, ma del futuro». Con queste parole il regista ha sottolineato la filosofia che ha guidato la realizzazione di un’opera definita da lui stesso un “oggetto unico”, frutto di 28 giorni trascorsi a Cazzago, sempre presente tra i ragazzi e gli architetti: «Ho filmato, ma ho anche saputo non filmare. A volte è più importante saper aspettare che correre dietro alle immagini».
La Summer School e l’architettura che rigenera
Gli architetti Luca Mostarda e Pietro Ferrario hanno raccontato come sia nata l’idea di trasformare la fornace in laboratorio a cielo aperto: «Abbiamo unito due passioni, quella per l’architettura e quella per la didattica. Non volevamo portare un progetto teorico, ma far lavorare i ragazzi con le mani, utilizzando materiali di recupero e creando strutture temporanee, pensate per sparire».
Fondamentale è stato anche il legame con gli abitanti: dalle testimonianze di chi aveva lavorato nella fornace, come i coniugi Colombo, fino alla festa finale con la grigliata che ha visto tornare nel sito persone che non vi entravano da trent’anni. «Vedere i cazzaghesi camminare tra i manufatti, curiosi e stupiti, è stato un regalo per tutti noi» ha aggiunto Delbon.
Le prospettive sul futuro della fornace
La serata ha dato spazio anche alle istituzioni. Il sindaco Davide Bossi ha sottolineato le difficoltà e le incertezze legate al futuro del sito, mentre l’ex primo cittadino Emilio Magni ha rilanciato l’idea di un parco pubblico che valorizzi insieme natura e archeologia industriale. Dalla proprietà è giunta la disponibilità a cedere l’area «anche a titolo gratuito» alla comunità, invitando a costruire un progetto condiviso.
Un luogo che appartiene alla comunità
Le immagini del documentario restituiscono la dimensione di Cazzago come borgo vivo, che si riscopre attraverso l’incontro tra giovani architetti e cittadini. Simbolica, in questo senso, la scelta di Boriani di aprire e chiudere il film con le immagini di un vecchio pescatore: «Un particolare che diventa universale – ha spiegato – perché racconta un mondo che sta scomparendo, ma che porta con sé tutta la dignità di una comunità».
La serata si è chiusa con un invito: trasformare l’energia generata dalla Summer School e dal documentario in progetti concreti, capaci di ridare futuro alla fornace e di farne un bene comune. «Siamo responsabili delle nostre immagini e della nostra memoria – ha ricordato Boriani – ed è da qui che possiamo immaginare un domani diverso».
GUARDA LA REGISTRAZIONE DELLA SERATA
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