Frontalieri varesini, Gobbi: “Contrazione dovuta al rallentamento economico non alle nuove regole”

Il presidente del Governo Ticinese Norman Gobbi è intervenuto alla seduta di adozione del parere del Comitato europeo delle Regioni sulle relazioni UE–Svizzera

Nell’emiciclo di Bruxelles, a margine dell’adozione del parere del Comitato europeo delle Regioni sulle relazioni UE–Svizzera, il presidente del Governo ticinese Norman Gobbi lega subito il dossier alla vita dei frontalieri: “Se la Svizzera ha degli accordi bilaterali con l’Unione Europea, poi questi operativamente vengono implementati a livello territoriale nelle nostre regioni e nei nostri cantoni; in questo senso dobbiamo aver cura del nostro territorio, della nostra popolazione”.

Il contesto è quello del parere promosso dal relatore Matteo Luigi Bianchi, che secondo Gobbi “crea le basi per integrare anche la Conferenza dei governi svizzeri a livello cantonale per migliorare e rafforzare la cooperazione transfrontaliera”, portando al tavolo la dimensione dove gli accordi si traducono in trasporti, lavoro e servizi concreti anche per Varesotto e Ticino.​

Sulla qualità della cooperazione attuale, Gobbi rivendica il cambio di passo con la nuova Regio Insubrica: “Da quando abbiamo cambiato la dimensione anche della Comunità di lavoro della Regio Insubrica, integrando la Regione Lombardia e la Regione Piemonte, questi rapporti sono fortemente migliorati”, perché così “ci sono competenze, ma anche un peso specifico… nei confronti in particolar modo della capitale nazionale dello Stato, quindi a Roma, diverso rispetto a prima”. Gli esempi sono immediati: “Siamo riusciti, per esempio, a risolvere la questione della fiscalità dei frontalieri. Stiamo risolvendo anche quello della mobilità pubblica con il cabotaggio”, con l’obiettivo di “creare una regione che sia sostenibile, ma soprattutto vivibile per la nostra popolazione” su entrambi i lati del confine.​

Al centro restano i numeri dei lavoratori e le loro tendenze più recenti. Alla domanda sulla flessione dei frontalieri varesini, Gobbi esclude una correlazione diretta con i soli interventi regolatori: “Non credo che sia questo elemento”. Da un lato, afferma, “c’è stato un effetto che è stato quello di aumentare i salari dei lavoratori frontalieri. Lo abbiamo visto anche dal punto di vista delle ricadute fiscali sul nostro territorio”. Dall’altro, incide il ciclo: “C’è comunque una contrazione anche economica… a livello europeo e quasi mondiale, di un rallentamento che evidentemente poi impatta sull’occupazione”.

Tomaso Bassani
tomaso.bassani@varesenews.it

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Pubblicato il 15 Ottobre 2025
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