Jerago, Cerimonia commemorativa del IV Novembre nel segno degli Alpini e della memoria condivisa

Durante la cerimonia il sindaco ha invitato i ragazzi a non "vivacchiare", a non accontentarsi del minimo, a non farsi trascinare dalla corrente, ma a far sentire il proprio passo, il proprio pensiero, il proprio contributo: nello studio, nel lavoro, nelle relazioni vere e nel servizio alla comunità

Cerimonia Commermorativa IV Novembre a Jerago

È stato il Monumento ai Caduti di Jerago il cuore della Cerimonia commemorativa del IV Novembre, Festa dell’Unità d’Italia, delle Forze Armate e del Combattente, che si è svolta domenica 9 novembre a Jerago con Orago.

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Alla celebrazione hanno preso parte le autorità civili e militari, il parroco don Jacopo, l’associazione combattenti e reduci con il suo presidente Diego Mason, le associazioni di volontariato, il Corpo Musicale “S. Cecilia” di Jerago, gli Alpini e molti cittadini, insieme a ragazze e ragazzi delle scuole. A prendere la parola, dopo gli onori ai caduti, è stato il sindaco Emilio Aliverti, che nel suo intervento ha intrecciato memoria storica, attualità e responsabilità verso il futuro.

La memoria del Milite Ignoto e il valore della comunità

Aliverti ha aperto il discorso richiamando l’immagine della Tomba del Milite Ignoto al Vittoriano, a Roma: un soldato senza nome e senza volto che rappresenta tutti coloro che non sono tornati dalla guerra. Il sindaco ha ricordato quando nel 1921 una madre fu chiamata a scegliere una bara tra undici, non il figlio “suo”, ma un figlio che potesse essere il figlio di tutti.

Da quell’episodio, ha sottolineato, emerge un messaggio forte: la comunità viene prima del singolo, la storia non si regge su chi “grida più forte” ma su chi, in silenzio, si impegna e si dona. Una patria, come una comunità locale, è autentica solo se ognuno si sente legato agli altri oltre le differenze.

Le guerre di oggi e il dovere della pace

Cerimonia Commermorativa IV Novembre a Jerago

La memoria, ha insistito Aliverti, non è mai separata dall’attualità. Viviamo in un tempo ancora ferito da guerre e violenze, e il conflitto in Medio Oriente mostra quanto la pace sia fragile e preziosa.

Citanto le parole del patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa “la pace non si ottiene per imposizione, ma quando qualcuno decide di fare il primo passo verso l’altro”. Il sindaco ha richiamato tutti alla responsabilità: avvicinarsi, guardare l’altro come persona e non come minaccia. Un compito difficile e scomodo, ma l’unico possibile.

Questa responsabilità, ha aggiunto, non nasce solo nelle grandi capitali o nelle sedi delle istituzioni internazionali ma anche in un paese di cinquemila abitanti come Jerago con Orago: il IV Novembre serve a ricordare la guerra non per glorificarla , ma a comprendere il valore della pace e a custodirla.

Un monumento rinnovato nel segno degli Alpini

Quest’anno la cerimonia ha assunto un significato particolare: ricorrono 55 anni esatti dall’inaugurazione del memoriale ai caduti, avvenuta il 4 novembre 1970.

Il sindaco ha ricordato come il monumento custodisca già i simboli dei reparti che combatterono – il cannone della fanteria, l’elica dell’aviazione, l’ancora della marina – e come oggi si aggiunga un nuovo segno legato alla montagna, ai sentieri ripidi, al passo lento ma ostinato: il simbolo degli Alpini.

Un omaggio, ha detto Aliverti, a quegli Alpini che furono protagonisti della Grande Guerra: molti nonni e bisnonni partirono con il cappello e la penna nera, lasciando case, campi e affetti per combattere sul Grappa, sull’Adamello, lungo le creste dove il freddo uccideva più delle pallottole.

Accanto ai soldati, il sindaco ha voluto ricordare anche le donne – madri, mogli, sorelle – che tenevano insieme famiglie e comunità: una resistenza dal volto femminile, silenziosa e indistruttibile, senza medaglie ma decisiva per la tenuta del Paese.

Lo svelamento con il canto “Il Signore delle cime”

Cerimonia Commermorativa IV Novembre a Jerago

Il momento più intenso della mattinata è stato lo svelamento del monumento dedicato agli Alpini. A togliere il tricolore che nascondeva l’opera è stato Rino Turri, Alpino classe 1934, circondato dall’affetto della comunità e dei gagliardetti schierati. Il gesto è stato accompagnato dal canto de “Il Signore delle cime”, intonato come sottofondo carico di commozione, che ha trasformato il silenzio in una preghiera collettiva per i caduti.

Insieme a Turri era presente il presidente del Gruppo Alpini di Jerago, Roberto Tonelli, che ha voluto ringraziare pubblicamente tutti coloro che hanno contribuito al restauro del Monumento ai Caduti, sottolineando come ogni offerta, ogni ora di lavoro e ogni gesto di disponibilità abbiano reso possibile ridare dignità e bellezza a un luogo simbolo della memoria del paese.

L’appello ai giovani: non “vivacchiare”, ma partecipare

Un passaggio importante del discorso è stato dedicato ai più giovani presenti. Citando san Pier Giorgio Frassati, il sindaco ha richiamato il rischio di “vivacchiare”, vivere senza fede, senza valori da difendere, senza una lotta continua per la verità.

Ai ragazzi e alle ragazze è stato riconosciuto il privilegio di non aver conosciuto la guerra, la paura delle sirene, la fame, la separazione. Ma proprio per questo, ha insistito, non è chiesto loro di combattere, bensì di volere bene alla comunità, di sentirsi parte di qualcosa che li precede e li supera.

Aliverti li ha invitati a non accontentarsi del minimo, a non farsi trascinare dalla corrente, ma a far sentire il proprio passo, il proprio pensiero, il proprio contributo: nello studio, nel lavoro, nelle relazioni vere e nel servizio alla comunità.

Riprendendo le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ricordato che la memoria non è solo guardare indietro, ma sapere da dove si parte per costruire il futuro: un vero atto di responsabilità condivisa.

L’encomio all’agente Matteo Rossi e il grazie a chi serve lo Stato

Cerimonia Commermorativa IV Novembre a Jerago

Lo sguardo del sindaco si è poi spostato sul presente e su chi ogni giorno sceglie la responsabilità e il servizio.

Aliverti ha espresso la gratitudine dell’Amministrazione e dell’intera comunità a Matteo Rossi, giovane agente della Polizia locale di Jerago con Orago, che insieme ai Carabinieri ha contribuito a un’importante operazione investigativa culminata con l’arresto di un ladro autore di una serie di furti nelle abitazioni della zona. Un gesto definito concreto, a testimonianza di come la sicurezza non nasca dai discorsi ma da persone che ogni giorno operano con senso del dovere.

“Chi amiamo oggi?”: il significato del 4 Novembre

In conclusione, prima di procedere allo svelamento del nuovo segno dedicato agli Alpini sul Monumento ai Caduti, il sindaco ha richiamato una frase di G.K. Chesterton: “il vero soldato non combatte perché odia ciò che ha davanti, ma perché ama ciò che ha dietro di sé”.

Da qui l’ultima domanda rivolta alla comunità: “Chi amiamo noi, oggi?”. La risposta, ha indicato Aliverti, sta nelle nostre famiglie, nei figli, nella comunità stessa. Custodirli è il compito che abbiamo ricevuto da chi ci ha preceduto e da coloro che hanno sacrificato la propria vita per la libertà in cui viviamo.

La cerimonia si è quindi conclusa con il tributo agli Alpini, alle Forze Armate, alla comunità di Jerago con Orago e all’Italia, nel segno di una memoria che non è nostalgia, ma impegno quotidiano per il futuro.

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Pubblicato il 09 Novembre 2025
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