Le canzoni, la vita e le playlist: a Materia arriva Luca Sofri
Il 24 novembre il direttore editoriale del Post presenta il suo nuovo libro, un viaggio in 3485 canzoni e un modo diverso di parlare di musica, insieme al nuovo numero di Cose spiegate bene dedicato al suono e a chi lo ascolta
“Appena arrivato! È da centellinare, ma entro il Natale me lo sarò divorato”. Stefano Senardi pubblica una sua foto sotto un post sulla pagina Facebook di Luca Sofri. In mano tiene stretto Playlist, il “malloppone” di oltre 700 pagine appena uscito per Altrecose, il progetto del Post con Iperborea. È un endorsement che pesa, da uno che di musica se ne intende per mestiere e per vita.
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E il libro di cui parla non è un semplice elenco di canzoni, ma un viaggio dentro la musica, la memoria e l’ascolto.
“A gentile e annosa richiesta – ha scritto Sofri – ho rimesso le mani sul mio libro di canzonette e l’ho fatto diventare un nuovo libro di canzonette, arricchendo, aggiornando, allungando e aumentando il numero di canzonette”.

Così è tornato Playlist: un libro che già nel 2006 era stato una guida alle canzoni amate, e che oggi – quasi vent’anni dopo – è diventato un’opera nuova e più grande, con 3485 canzoni, centinaia in più rispetto alla prima edizione.
Un libro da leggere con Spotify a portata di mano (e magari un negozio di dischi di fiducia non lontano), o semplicemente per scoprire storie, connessioni e interpretazioni nuove intorno alla musica.
“Le playlist – scrive Sofri – sono diventate ancora di più il sistema prevalente di ascolto della musica, ma lo sono diventate in un modo soprattutto preconfezionato, assai distante da quello inteso dal titolo di questo libro”. Playlist, invece, è un’operazione opposta e un po’ sovversiva: un invito a scegliere, a godersi le canzoni una per una, a lasciarsi guidare da chi ne ha ascoltate tante e continua a stupirsi. Un libro che “si legge come scrollando una timeline, storia dopo storia, o anche saltando di link in link, o aprendo delle pagine a caso”.
Come scrive ancora Sofri, “è un libro che serve anche a questo, come il lavoro di ogni deejay: a proporre delle scelte”. Scelte personali, inevitabilmente, ma condivisibili. Ci sono quasi quattromila canzoni, selezionate con l’unico criterio possibile: che siano “belle canzoni per chi ha fatto la scelta, e che possano rendere felici altre persone, senza nessuna puzza sotto il naso”.
Molte di queste scelte potranno sembrare eccentriche – nella playlist dei Beatles non c’è “Yesterday”, in quella di Dylan non c’è “Mr. Tambourine Man” – ma sono sincere, frutto di un gusto che vuole sorprendere e incuriosire, non stupire per forza.
E ci sono anche le canzoni nuove: “Nel 2008 non c’erano ancora né Adele né Beyoncé – scrive Sofri – e Billie Eilish aveva sei anni. Si sono meritate attenzioni, nel frattempo”.

Di Playlist, e di come si scrive (e si ascolta) la musica, Luca Sofri parlerà lunedì 24 novembre alle 21 a Materia, in un incontro che sarà anche l’occasione per raccontare un altro progetto del Post: il nuovo numero di Cose spiegate bene, dedicato proprio alla musica. Un numero che prova a spiegare come funziona, come cambia, come si vive la musica oggi – e come continua a essere una parte essenziale della vita di tutti.
Sofri lo scrive anche nel libro: c’è un tempo, quando si è molto giovani, “in cui si ascolta la musica e si ascoltano le canzoni. Lo si faceva mettendo dei dischi o dei cd e sdraiandosi su un letto, su un divano, su un tappeto, ad ascoltare, senza fare nient’altro”. Forse oggi succede meno, ma ogni tanto succede ancora.
E Playlist serve anche a questo: a ricordarci quanto è bello, ogni tanto, guardare i soffitti e ascoltare davvero.
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