Successo a Glocal DOC per “Chiamami don Matteo”: il film su monsignor Zuppi conquista Varese
Grande partecipazione di pubblico alla proiezione del film di Emilio Marrese, che ha dialogato con i presenti dopo la visione insieme alla giornalista Stefania Radman
Grande partecipazione lunedì 3 novembre al MIV – Multisala Impero di Varese, per la proiezione speciale di “Chiamami don Matteo“, il documentario firmato dal giornalista e regista Emilio Marrese e dedicato alla figura del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e uno dei protagonisti più riconoscibili della Chiesa italiana contemporanea per la sua umanità, la sua semplicità e la capacità di dialogare con chiunque, dal più povero dei migranti ai capi di Stato di tutto il mondo.
La proiezione, inserita nel cartellone del Festival del documentario Glocal DOC 2025, ha registrato una sala gremita che ha accolto con grande calore e applausi sia il film che la presenza del regista, rimasto in sala per incontrare il pubblico al termine della visione.
Il documentario, che è stato presentato in anteprima anche alla Festa del Cinema di Roma, offre un ritratto intimo e profondo del cardinale Zuppi, che nel film sceglie di mostrarsi semplicemente come “don Matteo”. Il regista lo racconta nella sua quotidianità, nel suo spostarsi a piedi o in bicicletta per le strade di Bologna, nello svolgersi delle sue giornate ricche di incontri, sorrisi, dialoghi, gesti concreti, in un viaggio che tocca temi universali come il dialogo interreligioso, l’inclusione e la spiritualità quotidiana.
«Quando Zuppi è arrivato a Bologna è stata una svolta – ha raccontato Marrese spiegando perché ha scelto di raccontare la figura dell’arcivescovo di Bologna, che dal 2022 è anche presidente della Conferenza episcopale italiana – Zuppi ha davvero cambiato tutto: non si era mai visto un vescovo girare in bicicletta per la città, andare nelle fabbriche occupate o a discutere in un centro sociale. E’ la Chiesa che piace ad un laico come me, anche perché non vuole fare proselitismo ma ti vuole conoscere. Mi ha affascinato come uomo e anche perché, per un non credente come me, la fede resta un grande mistero e anzi, sono quasi invidioso di chi ha questo dono».
Nel film si snoda il racconto di una vita davvero ricca di incontri e avvenimenti: dagli inizi della sua vocazione dopo l’incontro con la Comunità di Sant’Egidio al ruolo di mediatore ella crisi politica che portò alla guerra civile in Mozambico, dagli incontri con Nelson Mandela al rapporto di fiducia che lo ha legato a papa Francesco che gli ha affidato nel 2023 la missione diplomatica della Santa Sede finalizzata ad allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina. Ruoli importanti che hanno lasciato intatta la sua semplicità, il suo senso dell’umorismo (bellissima la scena in cui dice “Sono uno scemo, mi diverto con tutti”) e soprattutto la sua voglia di incontrare l’altro, a partire dai più poveri tra i poveri.
Glocal Doc prosegue con un ricco calendario di proiezioni gratuite: qui trovare tutto il programma
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