La fine che ricomincia: gli “Scatti” di Nicole Trevisan Gioffrè, in scena a teatro

Il chiudersi dell'anno spinge alla riflessione, ai bilanci, all'introspezione. La giovane regista e drammaturga di Samarate porta sul palco l’indagine sul sé e l’interiorizzazione del dolore: debutto domenica 14 dicembre al teatro civico di Varallo

Scatti film

Nicole Trevisan Gioffrè, da Samarate, porta a teatro l’indagine sul sé e l’interiorizzazione del dolore. Una esplorazione che trae spunto anche dalla circolarità del tempo, dall’anno che si chiude e il ciclo che ricomincia: così il debutto sarà domenica 14 dicembre alle 18 al Teatro civico di Varallo Sesia.

Dall’introduzione del primo calendario romano, circa 28 secoli fa, dicembre chiude il ciclo del tempo, eppure il passaggio dall’anno vecchio al nuovo continua a generare nell’essere umano un sentimento antico: quello che nasce davanti alle soglie, ai confini, ai varchi simbolici. L’ultimo giorno dell’anno non è soltanto una data sul calendario, ma un momento in cui l’ordine dei tempi si annoda e si scioglie, stimolando la nascita di miti, leggende, usanze e rituali che raccontano, in forme diverse, l’esperienza della fine e dell’inizio, della morte e della rinascita.

In molte tradizioni europee, l’anno trascorso viene personificato come un vecchio stanco, dalla barba bianca, che giunge a mezzanotte per spegnersi lasciando spazio al Bambino Anno Nuovo. Questa iconografia è una metafora limpida della vita stessa: il vecchio che muore incarna la saggezza, la stanchezza, la mortalità, mentre il neonato che arriva è promessa, slancio, speranza. È una piccola morte simbolica che porta con sé l’idea, rassicurante e universale, che a ogni fine corrisponda un inizio.

Ancora più potente risulta la figura della Fenice, spesso associata alla chiusura dell’anno perché rappresenta un tempo che si consuma nel fuoco della propria fine per rinascere dalle stesse ceneri, diventando così il simbolo dei cicli vitali, del dolore che si trasforma e della memoria che diventa futuro.

Nelle terre dell’Europa centrale esistono poi le Rauhnächte, le “notti ruvide”, un intervallo sospeso tra Natale ed Epifania in cui, secondo le leggende, il mondo dei vivi e quello dei morti si sfiorano. La fine dell’anno diventa così un corridoio liminale, uno spazio di passaggio che ricorda il viaggio dell’anima tra presenza e assenza, tra consapevolezza e smarrimento.

Anche il fuoco ritorna come simbolo universale: se in alcune regioni italiane la Gieubia porta via l’inverno, altrove il bruciare riguarda il passato stesso. In Spagna e in Ecuador, ad esempio, la tradizione dei muñecos de Año Viejo invita a creare fantocci che rappresentano l’anno vecchio o parti di sé ormai superate. Bruciarli a mezzanotte significa liberarsi, lasciare andare, aprire uno spazio interno nuovo.

In questo mosaico di ritualità che associano la fine dell’anno a una fine della vita intesa come passaggio, chiusura o rinascita, si inserisce oggi una proposta artistica contemporanea legata alla fine del tempo della vita: uno spettacolo che cerca di indagare la forma che prende il dolore dopo la perdita, lo sfociare emotivo del lutto, una sequenza di immagini, dialoghi, monologhi, gesti fisici e video che esprimono il disagio del “sopravvivere”, dell’abitare relazioni ambigue, del non riconoscere più un posto nel mondo.

Scatti film

È un invito a percepirsi nello spazio e nel tempo, modificati dalle evoluzioni sociali, collettive e personali, che hanno segnato l’anno in chiusura; un modo per chiudere il cerchio e maturare consapevolezza di sé, anche in vista dei propositi per il 2026 cui la coscienza collettiva ci spinge ogni volta che il calendario si rinnova, in relazione al lutto, alla perdita, alla fine.

In questo percorso emerge un pensiero emblematico: «Ho dimenticato quale immagine ho di me. O ne ho confuse varie, che adesso si sovrappongono. Adesso se n’è aggiunta una nuova, dove sono la figlia sofferente oltre che la figlia superba. Continuo a pensare che starei meglio su un letto di ospedale, in fin di vita, piuttosto che qui a farmi mangiare dalla noia. Continuo a pensare alle cose che creo, a quanto voglio cancellarle».

Lo spettacolo

“Scatti”, performance teatrale, andrà in scena il 14 dicembre alle 18 al Teatro civico di Varallo, con ingresso a offerta libera.
La scena è costruita attorno a una stanza piena di oggetti “che non si sa dove mettere”, metafora di ciò che non trova più posto nel cuore e nella mente: un ambiente caotico che invita lo spettatore a immaginare legami invisibili tra la performer e gli oggetti, come un materasso, un cuscino, un lenzuolo, un letto disfatto che si rifà e si disfa continuamente, simulando un ciclo da cui non si riesce a uscire. Attraverso immagini, luci e atmosfere affiorano memorie sottili: la luce di un cielo al tramonto, la notte, un prato, un tepore d’infanzia. L’opera non vuole essere compresa nella sua totalità narrativa, ma piuttosto sentita: lasciare impronte, domande, la sensazione che qualcosa manchi, proprio come accade quando ci si ritrova davanti alla soglia dell’anno nuovo, in quell’istante in cui la vita, per un attimo, sembra guardare se stessa.

Scatti film

Lo spettacolo, pensato per ragazzi, giovani adulti e adulti, è prodotto dalle compagnie teatrali “Trust the Process” e “Isola di Kairos”, con Ilaria Maria Macario, Giada Zoe Russo, Nicole Trevisan Gioffrè e Caterina Villani, mentre regia e drammaturgia sono curate dalla stessa Gioffrè. Gli stessi avevano presentato Trial of God al teatro San Giovanni Bosco di Busto Arsizio lo scorso settembre.

Dal silenzio di Dio alla voce del teatro: otto giovani in scena, tra l’orrore di Auschwitz e quello di Gaza

 

Tutti gli eventi

di dicembre  a Materia

Via Confalonieri, 5 - Castronno

di
Pubblicato il 02 Dicembre 2025
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.