Conforama licenzia, è il giorno della protesta
I lavoratori si sono radunati fuori dal centro commerciale di via Sempione per contestare la decisione della società di licenziare 160 dipendenti a livello nazionale, 15 dei quali solo a Vergiate
«Ci hanno chiesto, per oggi, di non comprare niente. Credo faremo così, in fondo eravamo solo venuti a fare un giro. Torneremo un’altra volta». Clienti con i carrelli vuoti all’uscita da Conforama stamattina, domenica 31 luglio, e volantini in mano.
La protesta dei dipendenti della società francese non è caduta nel vuoto: malgrado la giornata estiva e di festa la gente al centro commerciale di via Sempione a Vergiate non mancava, e molti hanno dato seguito alla richiesta dei lavoratori in sciopero (per otto ore) di non acquistare nulla. Almeno per oggi.
La situazione è in stallo -spiegano i rappresentanti della Fisascat Cisl – e per ora non si prospetta alcun accordo con la proprietà.
«I problemi sul tappeto sono due – entra nel merito Domenico Panariello della segreteria sindacale – Il muro che ha alzato la proprietà e che non consente di arrivare ad un accordo e il fatto che a fronte di un taglio annunciato di 160 dipendenti su tutto il territorio nazionale, 15 solo a Vergiate, l’azienda fa ricorso a manodopera associata in partecipazione. Una vera contraddizione: da una parte si licenzia dall’altra, si prendono lavoratori che guadagnano su quel che riescono a vendere».
«Il prossimo incontro con la proprietà è fissato per il 3 agosto – continua la rappresentante Fisascat Cisl Clelia Trinca Tornidor – ma non abbiamo molte speranze che accettino la mobilità volontaria o il contratto di solidarietà. Noi abbiamo anche chiesto una verifica delle richieste fatte dall’azienda: non riusciamo a capire infatti quali siano le strategie. A marzo, dopo un perido di mobilità, erano stati anche erogati dei premi. Ora non sappiamo che cosa sia successo: 160 licenziamenti corrispondono al 10 per cento della forza lavoro. L’incertezza non riguarda solo il futuro dei lavoratori e delle lavoratrici a rischio licenziamento, ma anche la presenza commerciale in Italia di Conforama.
Un’ultima considerazione: noi scioperiamo anche perchè non vogliamo che passi la logica che sia sufficiente licenziare per conseguire l’equilibrio economico che chi gestisce l’impresa non riesca a raggiunegre».
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