Edoardo Guenzani sfida il centrodestra
L'ex vicesindaco degli anni Ottanta è sostenuto da quasi tutto il centrosinistra e da una lista civica. "Meno grandi opere, pensiamo alle persone e ai servizi"
Il centrosinistra gallaratese ha ufficializzato la candidatura di Edoardo Guenzani a sindaco di Gallarate. La scelta dell’ingegnere, lontano dalla politica da vent’anni dopo una esperienza che lo vide anche vicesindaco, è appoggiata da quasi tutto il centrosinistra: oltre a Pd, Socialisti e Sinistra Ecologia e Libertà (le forze del centrosinistra in consiglio comunale), anche Repubblicani e Italia dei Valori offrono il loro appoggio. Ai partiti si aggiunge poi la lista civica "Città è vita" che si è raccolta proprio intorno a Guenzani e che è formata da persone della società civile.
«I partiti hanno fatto un passo indietro, riconoscendo il momento particolare che la città vive, andando a cercare una candidatura esterna e verificandola sull’adesione al programma» ha spiegato Guenzani, che ha ricordato poi i temi su cui ci si è confrontati in questi mesi, partendo dalla «laicità di questa esperienza, che raccoglie percorsi e storie diverse». Un incontro tra sensibilità diverse che si realizza anche nella civica, «che non è la lista degli oratori come qualcuno si è affrettato a dire».
Tra le adesioni al progetto c’è quella dell’IdV («abbiamo avuto la conferma dalla segreteria regionale»), mentre non si arrivati ad un accordo con la Federazione della Sinistra, che inizialmente aveva dato subito via libera alla candidatura di Guenzani: «Nelle ultime riunioni – spiega il candidato sindaco – sono emerse modalità di approcciare i problemi che rischiavano di mettere a rischio la serenità di un gruppo». Si tratterebbe non tanto divergenze insanabili di tipo programmatico, ma di sfumature, di differenze di toni. Questo è quel che viene detto, anche se la Federazione dà una lettura diversa della rottura. Non a caso però Guenzani ha richiamato la possibilità di un chiarimento che a questo punto appare però superato dagli eventi.
Rimane invece l’adesione degli altri partiti, dai Socialisti («siamo stati i primi a chiedere la disponibilità di Guenzani, candidatura forte, qualificata e responsabile» dice Proto) ai Repubblicani («conta ogni voto, faremo la nostra parte», dice Aurelio Ciccocioppo) a Sinistra e Libertà: «Condividiamo l’idea di città e il programma, che ha accolto tutte le nostre istanze, sentite anche dagli altri partiti» ha spiegato il segretario di Sel Ilaria Mascella. Sostegno convinto anche dal Pd, che ha sostenuto fin dall’inizio l’ipotesi di Guenzani e l’accordo con la lista civica, anche a costo di «fare la fine del formaggio» (così l’ha definita un commentatore), stretto tra la sinistra vendoliana e la lista civica che conquista l’area moderata e più centrista: «Siamo coscienti del rischio, ma lo corriamo per la città» dice il segretario Giovanni Pignataro, rivendicando il percorso. Una scelta fatta «non per debolezza, ma per convinzione», che ha portato ad un programma e ad una coalizione «che è necessario, ma che crediamo sia condivisibile da tutti». È il progetto che Guenzani riassume un po’ nello slogan «dalla politica delle opere alla politica dei servizi», con una attenzione sociale contrapposta alla grandeur del centrodestra e delle grandi opere. L’attenzione alla persona è uno dei punti forti in particolare della lista civica, rappresentata da Giovanna Quadrelli: «Quel che anima il gruppo dei 100 – come ci siamo chiamati all’inizio – è anche lo spirito di servizio e la volontà di cambiamento»
La sfida di governare la città nel futuro non è da poco, tra i minori contributi dallo Stato centrale, Fondazioni da sostenere e una città che si è già trasformata molto. Il tema dell’edilizia è sentito, tutta la coalizione critica l’eccesso di cemento. Ecco perché Guenzani spiega di volere «rivedere il Piano di Governo del Territorio» in caso di vittoria, riducendo le volumetrie in eccesso e tenendo conto del fatto che in molte zone esistono già Piani edilizi approvati e che non possono essere cancellati se non con costi elevati per il Comune: «C’è un eccesso di previsioni che stupisce gli stessi consiglieri di maggioranza, quando parlo di centinaia di appartamenti nuovi in una sola via della città».
Guenzani ha anche risposto alla critica – riproposta in sedi diverse – sul progetto per la "area 336", a sud della città, che fu da lui sostenuto negli anni Ottanta. «Allora indicammo 3 milioni di metri cubi per far sì che quei terreni rimanessero nelle mani del Comune, evitando che fossero avocati dalla Regione: lo scopo era tutelare l’area, e infatti in 20 anni non si è costruito neppure un metro cubo in quella zona». E oggi? «Quelle aree devono restare a verde» garantisce il candidato sindaco, che boccia l’ipotesi dell’ospedale unico in quella zona (a ridosso della superstrada, tra Arnate, Madonna in Campagna e la periferia di Busto) e lancia l’idea di «un grande parco urbano, con servizi e attrezzature per i cittadini, una specie di Bois de Boulogne».
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