150esimo dell’Italia unita, la Lega: “No ad impegni di spesa per le celebrazioni”
A Busto i leghisti si opporanno ad ogni stanziamento di somme. Il segretario cittadino Rudoni: "Spesa superflua, sono in pochi a sentire la festività. Semmai festeggeremo un domani il federalismo fiscale"
Sul 150esimo dell’Unità d’Italia a Busto Arsizio la Lega mette subito il suo paletto: altolà ad ogni spesa. Non un centesimo deve andare alle celebrazioni, o per lo meno, la Lega non voterà perchè siano stanziati. Lo conferma il segretario cittadino Alessio Rudoni: «Ho dato mandato ai consiglieri di non votare impegni di spesa in tal senso, mettere a disposizione fondi per festeggiare l’anniversario dell’Unità è superfluo. La nostra posizione è chiara: inutile festeggiare l’unità di una nazione che ha molti problemi. Unico modo di sistemarli è il federalismo fiscale», stella polare, anzi vero "sol dell’avvenire" del leghismo.
A differenza però del sogno della rivoluzione proletaria che animava i social-comunisti del tempo che fu, però, il federalismo fiscale si fa in Parlamento: col che il Carroccio tiene sempre vive le aspettative dell’elettorato che lo ha abbondantemente insediato in quel di Roma.
Niente festa dell’unità d’Italia per la Lega, dura, pura e padana: «Se del caso festeggeremo il federalismo fiscale, quando sarà inserito anche nella Costituzione. Fatta così, come viene proposta oggi, è una ricorrenza vuota. Le divisioni sono sotto gli occhi di tutti, con un Nord che lavora e traina e un Sud che finisce per essere trainato»: dottrina standard del partito di Bossi, ma il gap economico c’è sempre. «Sono pochi quelli che sentono una festività di questo tipo» sostiene il giovane segretario della Lega di Busto. «Poi» ironizza, «be’, ecco, una giornata di festa nazionale può essere utile per il turismo, se si fa il ponte (la festività appena indetta cade di giovedì ndr), certo che se piove o fa freddo…» Quanto a lui, assicura Rudoni, il 17 marzo lavorerà. «Io festeggio, sempre lavorando, il 15 settembre, compleanno della Padania»: data in cui, nel 1996, Umberto Bossi ascese, popolo in camicia verde al seguito, alle sacre sorgenti del dio Po per prelevare la famosa ampolla d’acqua e proclamare l’indipendenza del Nord.
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