La banda del trafficante “Kojak” alla sbarra, chiesti patteggiamenti e riti alternativi
La banda legnanese che trafficava e spacciava cocaina in tutta la zona era finita in manette a maggio del 2020 in seguito ad una complessa indagine dei Carabinieri

La banda di Kojak a processo questa mattina al tribunale di Busto Arsizio. I 15 arrestati nell’operazione dei Carabinieri di Legnano dello scorso maggio, che ha scoperchiato un traffico di cocaina da oltre 50 kg sull’asse Novara-Legnano-Varesotto, hanno scelto di evitare il dibattimento: cinque hanno chiesto il patteggiamento, gli altri hanno chiesto il rito abbreviato. La discussione e le eventuali decisioni del giudice per l’udienza preliminare Stefano Colombo, sono stati rimandati al 30 marzo per l’assenza del pubblico ministero titolare del fascicolo, Martina Melita.
Gli odierni imputati sono accusati di aver messo in piedi un’organizzazione, guidata dal legnanese di 38 anni soprannominato Kojak, che gestiva un ingente mole di cocaina che arrivava a Turbigo e veniva poi smerciata da tre legnanesi e una rete di piccoli spacciatori tra l’Alto Milanese, la Valle Olona e le province di Reggio Emilia e Mantova. Gli appartenenti si chiamavano tra di loro con soprannomi quali il Mulo, il Padrino, il Mongolese e altri nomignoli e i tre legnanesi del gruppo si ritrovavano in una villetta presa in affitto dalla quale venivano decisi gli affari da portare a termine.
Lo spaccio avveniva tramite auto di piccola cilindrata dotate di doppi fondi per destare meno sospetti e allo scopo erano stati presi in affitto alcuni garage. Durante le indagini sono stati sequestrati 15 kg di cocaina, oltre 400 mila euro ed era emersa anche una cassetta di sicurezza con oltre 200 mila euro in contanti, a disposizione del padre di Kojak, detto D’Artagnan e anche lui arrestato.
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