Il fallimento del pianeta accademico è un disastro nazionale

Di Pier Fausto Vedani

I tre TG delle 20 non iniziano contemporaneamente, traTG1, TG5 e TG7 c’uno scarto di pochi secondi sufficienti però per conoscere gli argomenti che verranno proposti.
Ieri sera, quando il tg della Rai ha annunciato la presenza in studio del ministro Gelmini non ho voluto perdere l’occasione di un approfondimento sulla caldissima questione dell’Università italiana. In sintesi le mie impressioni: la riforma del ministro è radicale, ha suscitato infatti reazioni come se si chiedesse di innalzare a 70 anni l’età minima per il pensionamento dei lavoratori; le risposte degli studenti sono state esemplari per forma e sostanza delle iniziative di protesta adottate, salvo qualche bastonatura somministrata dalla polizia a fronte di cortei giudicati troppo vivaci e magari non lo erano. Mi ha sconcertato invece una lunga serie di dati che hanno fornito un preciso bilancio della situazione degli atenei italiani: siamo cioè da terzo mondo se l’Università più antica e prestigiosa del nostro Paese, quella di Bologna, come primo ateneo italiano è al numero 182 di una classifica mondiale. Il disastro,è stato ampiamente supportato da altri dati negativi: migliaia di corsi con quattro gatti come allievi e destinati a fornire lauree di incredibile inutilità.
L’università come fabbrica di disoccupati, luogo di dispendio, paradiso inviolabile di diritti e di poteri inaccettabili, gestiti da veri clan. La riforma Gelmini richiedeva una certa progressività nella attuazione delle sue dure norme, ma soprattutto una più ampia condivisione sul piano politico. Il nodo va sciolto e alla svelta perché il fallimento del pianeta accademico è una vero disastro nazionale ed è maturato in più decenni in cui la politica, tutta, non ha mosso un dito per evitarlo. E oggi tra riforma shock e proteste forti. a sfruttare il polverone si sa bene chi sarà. Certamente non i nostri figli, rispetto agli altri giovani europei sempre più impreparati dalla scuola e dagli atenei alle sfide che li attendono.

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Pubblicato il 26 Novembre 2010
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