L’appello delle imprese: “La finanza ci deve sostenere”
Incontro di confronto su Basilea 3 tra le imprese associate all’Unione Industriali e gli esponenti del Gruppo Bipiemme
Le evoluzioni e le prospettive del mercato bancario, le novità in vista di Basilea 3, il ruolo di una banca locale, la situazione dell’accesso al credito delle imprese. Sono questi i temi affrontati durante un convegno organizzato dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese nella propria sede di Gallarate. In platea, gli imprenditori della provincia. Sul banco dei relatori, gli esponenti del Gruppo Bipiemme, attraverso i rappresentanti della capogruppo Banca Popolare di Milano e della Banca di Legnano.
L’appuntamento si inquadra nel confronto che l’associazione ha avviato da mesi con il sistema bancario locale e gli istituti presenti sul territorio. Lo scopo: è capire in quale modo le banche intendano accompagnare le imprese in questa fase di ripartenza economica. Uno scambio di visioni. Un momento per discutere e conoscere le reciproche esigenze e strategie. Con un occhio di riguardo ad un interrogativo su tutti: se per effetto delle politiche di rating imposte da Basilea 2 le imprese, non ultime quelle varesine, hanno accusato una difficoltà di accesso al credito, acuitasi poi con la crisi finanziaria, quali sono ora le prospettive per il sistema produttivo della provincia alla luce sia dell’influenza della congiuntura sui bilanci di esercizio, sia dell’introduzione dei criteri di Basilea 3?
Coefficienti, ratios, tecnicismi. Ancora una volta la salvaguardia del capitale delle banche è messo in primo piano. Con Basilea 3 gli istituti di credito dovranno avere “in pancia” più capitale e, allo stesso tempo, attuare politiche di contenimento dei rischi. Si fanno dunque più stringenti i parametri per la gestione del cosiddetto capitale minimo di vigilanza. «Di fronte a queste novità – ha spiegato Marco Crespi, responsabile Area finanza e agevolazioni industriali dell’Unione Industriali – le imprese si chiedono quali saranno gli effetti collaterali sul sistema produttivo?». Anche perché l’esperienza di Basilea 2, entrata in vigore nel gennaio 2008, pone importanti interrogativi e preoccupazioni su questo tema. Sarà ancora credit crunch (stretta del credito)? Le piccole e medie imprese soffriranno ancora più delle grandi?
«Sono interrogativi legittimi – ha continuato Crespi – avvalorati dalle sempre maggiori difficoltà che molte imprese oggi hanno ad accedere al credito e addirittura a mantenerne i livelli in essere. Non c’è dubbio che un sistema finanziario stabile sia uno dei principali presupposti allo sviluppo. Ma da solo è fine a se stesso. Il sistema finanziario serve nella misura in cui alimenta il ciclo economico delle imprese». Da qui l’auspicio dell’Unione Industriali dichiarato dall’Area Finanza e Agevolazioni Industriali: «Banche più forti non può che significare anche maggiore disponibilità di risorse che, ci auguriamo, vengano messe a disposizione delle imprese immaginando un sistema creditizio che non sottragga la propria attenzione ma anzi supporti le realtà imprenditoriali che investono, che fanno ricerca, che innovano». Per questo «accanto all’introduzione delle nuove regolamentazioni sul patrimonio andrebbe anche introdotta una rinnovata filosofia sul "fare banca" attraverso modalità operative più vicine all’imprenditore, con catene decisionali meno lunghe e con una rinnovata disponibilità all’ascolto delle esigenze delle imprese». Proprio in questo senso il dibattito sulle nuove regole di Basilea 3 continua ad alimentarsi anche e soprattutto negli ambienti bancari. «Il Gruppo Bipiemme – ha dichiarato Angelo Pellegatta, direttore divisione crediti di Banca Popolare di Milano – è da sempre vicino al tessuto produttivo dei territori a cui fa riferimento e, nell’esperienza maturata in oltre centoquarant’anni di storia, riconosce il valore del dare credito. Un credito genuino, misurato sulla conoscenza, la comprensione e la professionalità di chi fa impresa da cui ci si aspetta più coraggio negli investimenti, flessibilità e dinamicità decisionale».
«Si tratta di un rapporto, quello tra banche e imprese, – ha proseguito Pellegatta – di scambio continuo e trasparente che consenta alle banche di valutare anche la continuità dell’operato degli imprenditori. Dal punto di vista bancario, crediamo che il nuovo quadro normativo sia apprezzabile per il rigore con il quale è stato concepito e abbiamo fiducia nell’azione congiunta di legislatore e governo che potrà agevolare il sostegno alle diverse operazioni di capitalizzazione, come, per esempio il Fondo Italiano di investimento». Le riflessioni sugli effetti che le nuove regole potrebbero avere sull’economia del nostro Paese sono oggetto di studi e approfondimenti che dimostrano quanto in Italia in sistema produttivo dipenda dalla buona salute di quello bancario. Paolo Testi, direttore pianificazione, controllo di gestione e risk management di Bpm ha illustrato come una banca a vocazione territoriale e quotata possa coniugare efficienza e attenzione all’impresa. «Il periodo di transizione per l’entrata in vigore delle nuove regole – ha affermato Testi – sarà abbastanza lungo da consentire alle banche di continuare ad assicurare i necessari flussi di credito e, ad ogni modo, il modello di business prevalente nel sistema bancario italiano è quello tradizionale, legato al finanziamento dell’economia reale. Se per le banche, Basilea 3 rappresenta un’occasione per rendere più solido il sistema finanziario, per le imprese deve rappresentare uno stimolo per adottare comportamenti virtuosi volti ad accrescere l’efficienza, la capacità di innovazione e, quindi la dimensione di impresa». «Consapevoli delle difficoltà che avremmo dovuto affrontare – ha aggiunto Testi – come Bpm abbiamo deciso di operare una strategia di rafforzamento di capitale su più fronti: da una parte abbiamo aderito ai Tremonti Bond per 500 milioni di euro e operato un rafforzamento di capitale attraverso l’emissione di un convertendo, dall’altra abbiamo messo in campo numerose misure volte al sostegno dell’economia: fondi di garanzia, moratoria sui debiti delle Pmi, adesione a bandi agevolati, garanzia su finanziamenti a favore dell’internazionalizzazione delle imprese».
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