Crisi: un artigiano su due non ha fiducia nel futuro

E' questo uno dei dati che emerge dal settimo questionario sulla crisi realizzato da CNA

Nell’ultima settimana di Gennaio e nella prima di Febbraio, la C.N.A. di Varese ha nuovamente sentito il polso, dopo le sei rilevazioni del 2009, alle imprese artigiane associate per cogliere le loro sensazioni sul fronte della percezione della crisi con il cambio del calendario.

una tabella del questionario CNAI risultati, purtroppo, non sono positivi e confermano lo spessore e la persistenza dei problemi che hanno colpito l’economia nel 2009. Un anno che solo una su quattro delle imprese che hanno risposto ha classificato buono o normale, mentre quasi il 60% lo ha ritenuto difficile e il 16% orribile. Ma se questo risultato poteva ritenersi scontato, preoccupano invece le risposte pervenute in merito all’andamento aziendale nel primo mese del nuovo anno: un numero inferiore al 3% delle imprese registra miglioramenti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il 21% intravede segnali di una ripresa debole, oltre il 56% ritiene di essere rimasto sui livelli di inizio 2009 e più di un imprenditore su cinque lamenta addirittura un ulteriore peggioramento.

Su cosa sia stato fatto per contrastare o quanto meno ridurre l’impatto della crisi nel 2009 le imprese privilegiano come risposta, il rafforzamento del sistema degli ammortizzatori sociali (il 33%). Il sostegno al sistema bancario è stato ritenuto utile dal 35% degli intervistati e gli incentivi ai consumi ed agli investimenti dal 25%.
Per il 2010, invece, le imprese ritengono misura prioritaria per stimolare la ripresa la riduzione delle tasse, con il 45% delle opzioni, a fronte di un 24% che considera importante privilegiare gli incentivi a consumi e investimenti e il sostegno al sistema creditizio e un modesto 6% che chiede ulteriori provvedimenti a favore degli ammortizzatori sociali.

L’ultima domanda era riferita all’atteggiamento verso il futuro: nelle risposte ha evidentemente pesato in misura rilevante la durata e la pesantezza della crisi, perché per la prima volta coloro che manifestano fiducia scendono drasticamente: dal 70% medio delle rilevazioni del 2009 al 51% scarso della prima rilevazione 2010. Rimangono stabili gli ottimisti, intorno al 7%, mentre aumenta l’incidenza dei pessimisti, che rappresentano quasi il 23% del campione ed è notevole l’incidenza (il 20%) delle imprese che guardano disincantate al futuro. Con qualche speranza in meno e, probabilmente, con le preoccupazioni che aumentano.

Per altro, una conferma indiretta dello stato d’animo degli imprenditori la si ricava dai dati ufficiali relativi alle denunce di inizio attività e alle cessazioni nell’albo artigiani: a fronte di una sostanziale mancanza di variazioni nel numero delle nuove imprese, ferme ai livelli bassi del 2009, le cessazioni sono diminuite di oltre il 20%, fugando le profezie apocalittiche di chi aveva previsto il tracollo ma confermando la mancanza di una effettiva ripresa.

Franco Orsi, Cna Varese«Come sempre i dati raccolti forniscono elementi di valutazione da interpretare ed è bene che si cominci a considerarli per quello che rappresentano – commenta Franco Orsi (nella foto), presidente di Cna Varese Ticino Olona – Le difficoltà segnalate da molte imprese per il mese di gennaio gelano i facili entusiasmi che accolgono ogni minimo indice positivo e confermano che dalla crisi si uscirà a fatica, con forti sacrifici e, probabilmente, con grandi cambiamenti. Preoccupa la diminuzione della fiducia degli imprenditori, anche se è motivabile con il prolungarsi delle difficoltà e con il cattivo risultato di Gennaio».

«Quello psicologico è un versante di fondamentale importanza per il sistema economico, che dovrebbe essere coltivato con misure certe e di stimolo – continua Orsi – Ai pubblici annunci sulla riduzione dell’IRAP e sull’applicazione delle due aliquote dovevano seguire interventi magari modesti ma concreti e non sconfortanti retromarce, tenendo presente che quello del peso delle tasse continua ad essere avvertito come un tassello importante del fare impresa. Ancora, è bene ragionare di forme di sostegno e di incentivazione della nuova imprenditorialità, che senza stimoli è destinata a stagnare. Come C.N.A. abbiamo scommesso sulla ripresa mettendo a punto, in collaborazione con Fidimpresa, uno strumento finanziario tagliato su misura per le piccole imprese e l’artigianato, è necessario che anche le Istituzioni e la politica facciano la loro parte».

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Pubblicato il 12 Febbraio 2010
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