I miei migliori maestri, la formazione migliore che si possa immaginare
La rubrica settimanale "Il prof tra i banchi", curata da Alberto Introini: lui elenca i suoi tre migliori "maestri", quali sono stati i vostri? Scrivetecelo nei commenti
Ho pensato in questi giorni a quali siano state le mie figure scolastiche importanti; mi sono venuti in mente tre “maestri”, da cui ho tratto ispirazione per il mio modo di essere docente, per il mio stare in classe e con gli allievi.
Certo, ho incontrato anche i lazzaroni (chi adoperava le lezioni del sabato per fare la schedina di calcio), i demotivati (che sbuffano già alle 8 del mattino) e i perfidi (che evitano contatti di umanità con gli allievi); ma mi sembra più utile e costruttivo ripensare ai “migliori”. Rappresentano i “tipi” di insegnanti che possono essere un riferimento anche per gli adolescenti di oggi.
1. Maria Luisa Pontiggia. Era la mia maestra delle elementari, a Samarate; è come se avessi ora ben davanti, a 35 anni di distanza, la sua figura austera, seppur forse emotivamente un po’ troppo distante e fredda con noi bambini. Ma aveva un decoro, un rigore e una professionalità impeccabili.
2. Massimo Trotti. Il mio prof. di italiano e latino al triennio del liceo a Gallarate; era molto competente e preparato, ma trasmetteva solo i concetti basilari a noi studenti. Era essenziale, ma soprattutto presentava autori e argomenti “pesanti” con la leggerezza di cui parla Calvino. Era un docente incredibilmente ironico e autoironico; si faceva rispettare a lezione; nelle pause dell’intervallo, posizionando 4 sedie intorno alla cattedra, giocava a briscola con quegli alunni che non gironzolavano in corridoio. Non sono mancate lezioni di ginnastica a cui anch’egli partecipava appassionatamente, giocando con noi nella partitella di calcio.
3. Enrico Rambaldi. Il mio docente all’Università Statale di Milano; insegnava Filosofia morale, e con lui ho svolto la mia tesi di laurea su Leopardi. Alcune volte mi ricevette nel suo ufficio, in un paio di occasioni addirittura a casa sua di domenica. Una volta mi diede appuntamento alla Biblioteca Nazionale Braidense, in Brera: lo trovai a un tavolo in una zona isolata, con una luce che dava risalto a un grande volume, su cui egli era ripiegato e assorto. “Scusi…buongiorno professore, mi spiace interromperla ma mi ha dato appuntamento qui per quest’ora”. E lui, riuscendo a essere cortese anche senza salutarmi esplicitamente: “Vedi Introini…stavo rileggendo un passo di Heidegger, e oggi ci ho trovato Leopardi. Alcuni scrittori, come Leopardi o Dante, non si finisce mai di scoprirli, mai di studiarli”. Poi fece una pausa e guardò altrove, in quei secondi lui era altrove: era in Heidegger e in Leopardi. Infine, mi fece un cenno e mi accompagnò a visitare la famosa Sala di Manzoni.
I corsi di formazione per noi docenti sono importanti, oltre che un obbligo. Forse, tuttavia, non ci sono corsi di formazione migliori e così validi come i “maestri” che abbiamo avuto.
Ecco, se oggi devo riflettere sui miei “maestri”, sul mio “stile”, mi ritrovo soprattutto in questi tre docenti e nelle loro specificità: il rigore della mia maestra elementare, l’ironia del mio prof del liceo, il rapimento e l’amore del mio docente universitario verso i propri studi.
E ora, tocca a voi lettori. Quali sono i “vostri maestri”, quelli che ricordate ancora oggi, e che probabilmente ricorderete per sempre?
Alberto Introini, dopo aver insegnato in vari licei della provincia di Varese, dal 2008 è docente di Italiano e Storia presso l’Istituto Elvetico di Lugano (Svizzera). Ha due lauree, in Lettere-Filosofia (2002, Università Statale di Milano) e in Storia (2022, Università di Zugo, Svizzera). Iscritto dal 2004 all’Ordine dei Giornalisti di Milano, ha pubblicato 4 libri. Partecipa come relatore o moderatore a diversi eventi culturali nel nord Italia. La sua rubrica settimanale “Il prof tra i banchi” tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane.
Prof. Alberto Introini
Docente e scrittore
@intro.prof
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