Esiste ancora l’elettore cattolico?

Adamoli del Partito Democratico ha parlato di Cattolici e sinistra a Radio Missione

Esiste ancora l’elettore cattolico? Questa preoccupazione, è condivisa persino da Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose. Da quanto si apprende dalle analisi del voto politico del 2008, l’appartenenza alla chiesa non è più né il primo né uno dei fattori più importanti che orientano la scelta alle urne dell’elettore cattolico che, in questi decenni, è diventato anche lui un elettore moderato. I cattolici, insomma, sembrano, nelle loro scelte politiche, orientati da altri fattori anche di fronte alle tematiche eticamente sensibili, quali: aborto, eutanasia, la famiglia, il principio della vita.

Anche per Giuseppe Adamoli, consigliere del Partito Democratico alla Regione Lombardia e con un passato moroteo, questa è una preoccupazione fondata. Come ha spiegato il 16 luglio nell’intervista rilasciata a Radio Missione Francescana “Se si vedono gli anni ’70 e ’80, i due grandi referendum sul aborto e sul divorzio, che avevano segnato culturalmente quell’epoca, hanno segnato anche una deriva apolitica dei cattolici italiani. Oggi, obbiettivamente, tutta la problematica dei valori che noi dobbiamo tenere alta, incide meno di quanto molti lo ritengono, sugli orientamenti elettorali dei cittadini”. Adamoli ha affermato di condividere questa preoccupazione in base non solo a letture fatte ma anche sulla base un vissuto personale che lo ha portato ad avere tantissimi contatti personali con cittadini di qualsiasi credo, razza o appartenenza politica e religiosa.

Proprio a partire da quei referendum “È cominciata la crisi culturale e politica dei cattolici organizzati. Ma non lo dico soltanto io – sostiene Adamoli. Gli osservatori più acuti affermano che quei due referendum hanno segnato una sorta di trapasso dall’egemonia culturale della democrazia cristiana dei cattolici, a una egemonia di tipo diverso. Quella che poi avremmo chiamato laica o laicista. Questo segna ancora l’epoca in cui viviamo”.

I cattolici che si impegnano in politica tuttora sono tanti, ma lo scenario di oggi è cambiato: il cattolico in quanto tale conta meno di quanto contasse nell’immediato dopo guerra.
“Diceva De Gasperi: La democrazia cristiana è un partito di centro che marcia verso sinistra. Ed è abbastanza vero. Per quanto riguarda la socialità, la ricerca dell’eguaglianza di partenza, la DC voleva esprimere anche quegli ideali che allora erano considerati di carattere socialista”

Facendo riferimento ai valori orientati verso il sociale, verso l’uguaglianza, ha spiegato ancora Adamoli, “L’evoluzione ha portato il Partito Democratico, la sinistra, verso una posizione di maggiore apertura verso una serie di valori che la chiesa cattolica oggi predica. Per esempio l’accoglienza per gli extracomunitari, l’eguaglianza delle basi di partenza per tutti, verso la solidarietà. Il centrosinistra è sicuramente più ricco di questi valori che il centrodestra”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Luglio 2009
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