Una nuova sede per Agesp. Sarà l’ex-Borri?

Lo storico calzaturificio acquistato dal Comune è tra le ipotesi in campo ma costerebbe troppo da riadattare. L'amministrazione, che non ha soldi per ecuperarlo, prova a darlo alla multiservizi che, però, prende tempo

Agesp pensaci tu. Dopo la gestione degli appalti che riguardano la messa a norma dello stadio Speroni, la gestione del taglio del verde in città ora tocca all’ex-calzaturificio Borri a finire tra le gestioni della multi-utilities bustocca, una vera e propria stampella dell’amministrazione. Agesp ha bisogno di una sede più grande? E il Comune propone di concedere l’utilizzo dell’ex-calzaturificio attualmente in stato di totale abbandono e senza un progetto concreto di riqualificazione a causa di un bilancio bulimico. Sergio Bellani, presidente di Agesp, ringrazia ma resta in attesa di capire quanto costerà alla società la ristrutturazione dell’edificio: «Dentro è in pessimo stato – commenta Bellani – ci vorranno molti soldi per riadattarlo a sede della società». Agesp valuterà, con successivi sopralluoghi e colloqui con l’amministrazione se il progetto può avere una fattibilità oppure no: «Di certo abbiamo bisogno di una sede più grande – commenta Bellani – quella di via Marco Polo non regge adesso, figuriamoci in prospettiva, ma dobbiamo anche fare due conti e sottoporre il tutto al vaglio del consiglio di amministrazione».

Agesp è sempre più protagonista in città dopo che l’amministrazione ha esternalizzato alla società la gestione di molti servizi che prima erano di competenza degli uffici comunali: «Serve un piano per il futuro – spiega Bellani – e da parte del sindaco abbiamo ottenuto diverse rassicurazioni in merito, al di là delle emergenze di questi giorni». Due su tutte: i lavori di adeguamento dello stadio e il taglio dell’ambrosia che, proprio in qusti gioni, fiorisce in ogni angolo della città aiutata anche dalle frequenti piogge di questa stagione un po’ pazzerella: «La cura del verde è uno dei nuovi servizi che ci sono stati assegnati di recente – continua Bellani – quindi siamo preparati anche a questo. Da parte nostra c’è la più totale disponibilità e abbiamo le capacità per fronteggiare questi problemi». Per quanto riguarda la sede nuova, però, bellani morde il freno e giudica la struttura industriale che il comune ha acquistato anni fa, un onere tutto da valutare: «C’è da capire quali e a quanto ammontino gli interventi da eseguire».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Luglio 2009
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