Omicidio di Lidia Macchi, 38 anni senza un colpevole
Il 7 gennaio di 38 anni fa il corpo senza vita della studentessa 21enne fu ritrovato in un bosco vicino alla ferrovia di Cittiglio in località Sass Pinì; l'autopsia rivelò che era stata colpita da 29 coltellate

Il caso di Lidia Macchi rappresenta uno dei più intricati e dolorosi misteri della cronaca nera italiana. Lidia, studentessa universitaria di 21 anni, scomparve il 5 gennaio 1987 dopo essere andata a far visita a un’amica ricoverata all’ospedale di Cittiglio, in provincia di Varese.
Due giorni dopo, il 7 gennaio di 38 anni fa, il suo corpo senza vita fu ritrovato in un bosco vicino alla ferrovia di Cittiglio in località Sass Pinì; l’autopsia rivelò che era stata colpita da 29 coltellate e che, poco prima di morire, aveva avuto il suo primo rapporto sessuale.
Un delitto rimasto senza colpevole, nonostante anni di sospetti, indagini, inchieste, processi. Prima Giuseppe Piccolomo, il killer delle mani mozzate, indagato nel 2014, poi il lungo processo cominciato nel 2016 e finito con l’assoluzione (e l’indennizzo per ingiusta detenzione) nel 2019 a carico di Stefano Binda, ex studente di Filosofia e appartenente come Lidia Macchi a Comunione e Liberazione.
Trentotto anni che rappresentano una ferita ancora aperta per la famiglia di Lidia innanzitutto, ma anche per tutta la comunità che ha vissuto sulla propria pelle un delitto senza colpevole.
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Non è mai stata incapacità investigativa ma bensì ancora una volta la manipolazione da parte dei “poteri(sette) forti” che hanno la magistrale capacità di occultare e riciclare. Neanche il corpo ha avuto pace. Accetta un segno di pace Lidia, perdona coloro che non sanno quello che fanno, oppure sai cosa? Non lo fare