L’assassino di Samarate aveva già scelto il giorno in cui uccidere sua moglie
Gli inquirenti hanno trovato lettere che proverebbero la premeditazione, indicando il 16 aprile come data

L’assassino di Teresa Stabile aveva scelto il giorno, il 16 aprile, scritto in un “testamento”: per questo la Procura di Busto Arsizio contesterà a Vincenzo Gerardi la premeditazione, l’intenzione già maturata di compiere il reato. Verrà inoltre contestato lo specifico reato di femminicidio.
Dopo la confessione resa da Gerardi nella notte tra mercoledì e giovedì, a poche ore dall’omicidio, gli elementi raccolti dai Carabinieri e dal sostituto procuratore Ciro Caramore hanno chiarito ulteriormente il quadro.
In particolare sono state ritrovate degli scritti di Gerardi che contengono passaggi che chiariscono a intenzioni già maturata di uccidere la moglie (da cui si stava separando) e di suicidarsi. Aveva addirittura scritto nero su bianco la data, il 16 aprile, un giorno che evidentemente aveva una qualche valenza simbolica.
Gerardi dopo aver accoltellato Teresa Stabile all’interno dell’auto di lei si era dato alla fuga: da via San Giovanni Bosco ha raggiunto la vicina via Torino. Qui – a settecento metri dal luogo del delitto – è stato però intercettato dai carabinieri e fermato con l’uso del taser (sul posto risulta anche l’intervento dell’ambulanza, mezz’ora dopo l’assassinio).
Gli inquirenti hanno ricostruito il quadro precedente: non risultano denunce della donna, ma invece il figlio maggiore della coppia lo aveva denunciato per violenza privata, anche se fin qui non ci è noto quali fossero gli atteggiamenti prevaricatori messi in atto da Gerardi.
Tra le villette di Samarate quattro femminicidi in quattordici anni
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