Che bello far festa, Varese ci prende gusto
Notti bianche, rave party, teatro, cultura, rumore, multe e rifiuti. Gioie e dolori del "divertimentificio"
Altro che fabbrichetta. Qua adesso si balla. Arriva il falò di Sant’Antonio, ma accanto alla tradizionale e austera festa della varesinità, quella che chiude in ritardi le feste di Natale, la città brucia un anno di divertimento godereccio come mai aveva vissuto prima. Da falò e falò, guardate che cos’è successo in un anno. In primavera è iniziata la stagione dei bar aperti, il consiglio comunale ha discusso per la prima volta del centro di Varese invaso dalle auto dei giovani che volevano fare festa.
Il comune risponde con le multe, i consiglieri comunali ventenni si sono ribellati, i bar anche, difendendo i loro tavolini. L’estate ha portato anche la polemica sui rifiuti, generati dalla movida della notte varesina. E giù dibattito, siamo maleducati o vogliamo solo divertirci?
A giugno, 150mila persone sono scese in piazza per la prima notte bianca della città, riempiendo il centro fino alle 4 di mattina. Un successo clamoroso. I locali hanno lavorato a pieno regime fino ai primi freddi, poi a dicembre è stata la volta del Bianco Natale con 600mila passaggi tra Eurochocolate e le altre iniziative. Ma c’è stato anche l’alternativo spinto: 3 rave clandestini in provincia, l’ultimo è durato cinque giorni al ponte di Vedano a capodanno. D’accordo, questa è un’eccezione, ma tornando alla città, in primavera è prevista la fine dei lavori per la casa della cultura, ubicata nel cinema Rivoli acquistato dal comune. A dicembre Palazzo Estense ha comprato la caserma Garibaldi, dove tra l’altro sorgerà il teatro.
Ma che città stiamo diventando? Continuerà? «Sarebbe sciagurato lasciar perdere – dice il vicesindaco Giampaolo Ermolli – la città ha scoperto di essere così bella e con tanta forza sociale». Ermolli, ex gestore di discoteche, è stato il motore di molte iniziative, tanto che i partiti minori di maggioranza lo contestano e ne vogliono la testa per il suo decisionismo e per i soldi che ha destinato al divertimento. «Io vado avanti – sostiene – Varese sta scoprendo una sua vocazione, non abbiamo sprecato soldi, abbiamo investito risorse per dare un’immagine alla città».
I giovani sono contenti, alcuni partiti no. Chi rimpiange la vecchia Varese non ha simpatia per il movimento. Tra le associazioni di categoria, a tratti, c’è entusiasmo: «La riscoperta del divertimento? E’ una cosa che va coltivata – dice il presidente di Confesercenti Cesare Lorenzini – se i giovani vivono la città ci guadagniamo tutti. Le iniziative che portano gente – continua – creano un indotto importante. Il vantaggio per noi c’è, basta vedere che cosa è accaduto in altre città: quest’anno i commercianti hanno visto una diminuzione degli affari, mentre qui sono rimasti uguali all’anno precedente grazie a Eurochocolate. Certo, noi esercenti dobbiamo invece migliorare un aspetto: bisogna saper accogliere la gente con il sorriso, ci vuole più cortesia».
Cortesia a parte, la volontà politica è quella di andare avanti: «Il prossimo passo – dice Ermolli – è un progetto di fondazioni miste pubblico provate che gestiscano la cultura, e il divertimento a Varese. Penso alla Fondazione ‘Varese Città Giardino’ come veicolo della promozione culturale e turistica delle bellezze della città e dei suoi eventi. Ma anche altre sorprese, che vi annunceremo a breve».
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