L’AI dai guru alle persone comuni. Quinta puntata del Podcast Flo con l’intervista ad Alberto Puliafito
Il mental coach Gabriele Colombo ci riporta nel suo flusso intervistando uno dei più importanti consulenti di transizione digitale in Italia su un tema che riguarda tutti
Nella quinta puntata del podcast Flo, il mental coach Gabriele Colombo ha ospitato, nello studio di Radio Materia, Alberto Puliafito fondatore e direttore di Slow News e consulente per la transizione digitale, per discutere di intelligenza artificiale.
Potete ascoltarlo qui
Puliafito esprime perplessità verso i “personaggi” leader nel campo dell’AI, critici del loro approccio della Silicon Valley: “Prima spacchiamo le cose e poi vediamo come va a finire”. Chiedono costantemente più soldi, più energia e zero regole, mentre dall’altro lanciano allarmi sull’AI generale che “ci ucciderà tutti”. Questa contraddizione mina la fiducia, specialmente quando si parla di moratorie che le grandi aziende potrebbero aggirare. Puliafito sottolinea l’importanza di distinguere i produttori dallo straordinario potenziale degli strumenti stessi.
Gabriele Colombo si dice interessato alla narrazione popolare dell’AI. Puliafito trova affascinante proprio l’uso che ne fanno le persone comuni, anche quelle con poca competenza digitale. L’AI può essere uno strumento abilitante, aiutando a superare limiti pratici, come scrivere una mail formale difficile. Vederne l’uso quotidiano, anche creativo con i bambini (per inventare storie o creare video), rivela il suo valore.
Colombo stesso utilizza l’AI (come Claude) per gestire il proprio lavoro (appuntamenti, spese, compiti per atleti), trovandola incredibilmente stimolante e capace di ridurre il carico mentale. Vede il coding assistito dall’AI come una naturale evoluzione.
Si discute anche della comunicazione con l’AI: le macchine sono molto brave ad analizzare il nostro stile (linguistico, argomentativo) e a scriverne le regole per replicarlo. Possono aiutarci a comunicare meglio non solo con loro stesse, ma anche tra noi. Possono far “dialogare” testi diversi, cosa impossibile prima. Nonostante l’AI sia vista come un “oggetto stupido” (citando il paragone storico sui libri), non avendo un corpo e basandosi su “modelli di linguaggio” anziché “modelli del mondo”, le potenzialità sono enormi. L’intervista si chiude anticipando una futura discussione sul tema del corpo e della sensibilità nell’AI.
Qui trovi le puntate precedenti di Flo
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