Quando il mondo inizia sotto casa
Ci sembra normale, ma dietro casa c’è un mondo che si muove. Ogni angolo racconta storie che partono locali e diventano globali. Glocal è la nostra vita: tre esempi, tre viaggi possibili tra biciclette, serre tropicali e storiche vie
Quindici anni fa abbiamo immaginato Glocal, un festival nato per raccontare il giornalismo digitale. Oggi quell’aggettivo, “digitale”, appare persino ridondante: è ormai parte integrante di ogni narrazione, di ogni mestiere dell’informazione. Ma non è superato, invece, il concetto di glocal. Anzi, negli anni ha acquisito forza, profondità e nuove sfumature.
Quel concetto arrivava da una iniziativa realizzata alla Triennale di Milano dai sociologi Aldo Bonomi (che per sette edizioni è stato sempre presente a Varese) e Alberto Abruzzese. Loro per primi avevano coniato il termine Glocal. Poi ne aveva iniziato a parlare anche Zygmunt Bauman per plasmare il panorama della globalizzazione alle realtà locali. Arriva da lì questo “neologismo”, entrato ora quasi nell’uso corrente. Proposero un approccio innovativo: non semplicemente “pensare globale e agire locale”, ma piuttosto un intreccio costante, dinamico, tra i due livelli. Il glocal è l’esperienza di chi vive un territorio sapendo che, da lì, può osservare e comprendere il mondo.
E la prova concreta è nelle tre storie che abbiamo raccontato oggi e che aprono la nostra newsletter quotidiana. Tre notizie apparentemente lontane, ma unite da un filo comune: la capacità di un luogo di dialogare con scenari più ampi.
Da Ispra parte la bicicletta della memoria: un viaggio che attraversa confini e generazioni, con l’idea di un’Europa più unita e consapevole delle proprie radici. È un racconto che nasce sulle sponde del lago Maggiore, ma che parla a tutto il continente.
A Comerio si riscopre l’esotico: una serra tropicale che, pur a pochi chilometri da Varese, offre atmosfere degne del Giappone o delle foreste pluviali. È un invito a guardare con occhi nuovi le possibilità di un territorio che sa custodire e reinventare patrimoni ambientali e culturali. Un’occasione per scoprire un angolo verde unico, donato alla comunità dall’associazione Utopia Tropicale.
E infine via Gaggio, accanto a Malpensa: un percorso che ha visto passare carri armati, biciclette, camion di ghiaia e ora aerei. Una strada che racconta, in pochi chilometri, i cambiamenti di un territorio sospeso tra natura, memoria e globalizzazione (foto di apertura dell’articolo: di Daniela Morasso, da Oggi nel Varesotto).
Tre storie, tre esempi di come il glocal non sia solo una categoria sociologica, ma una chiave quotidiana di lettura del presente. Osservare il mondo da qui, e raccontare il qui con lo sguardo rivolto al mondo.
IL FESTIVAL GLOCAL
Il festival torna a Varese per la quattordicesima edizioni dal 6 al 9 novembre. Il tema sarà Materia, in omaggio alla nostra nuova avventura nella sede di Sant’Alessandro, ma anche come segno di un mondo sempre più bisognoso di utopie a partire dalla concretezza delle scelte e della cura per i territori. Subito prima, dal 2, si svolgerà la terza edizione di Glocal doc, una kermesse dedicata ai documentari.
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