Tagli ai fondi di coesione, Cattaneo a Bruxelles: “Scelte sbagliate, serve un’Europa costruita dai territori”
Il sottosegretario lombardo alle Relazioni Internazionali ed Europee è intervenuto al Comitato Europeo delle Regioni: “La coesione non è solo bilancio, ma una visione politica”
Difendere il ruolo delle Regioni e delle città nel disegno dell’Europa del futuro e opporsi con forza a un modello centralizzato che rischia di allontanare i cittadini dalle istituzioni europee. È questo il messaggio lanciato da Raffaele Cattaneo, sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia con delega alle Relazioni Internazionali ed Europee, intervenuto oggi a Bruxelles durante l’incontro “High-level dialogue on the future of Cohesion Policy” del Comitato Europeo delle Regioni.
“Non stiamo parlando solo di fondi – ha detto Cattaneo – ma del modello di Europa che vogliamo costruire. La presidente von der Leyen ha ricordato che il bilancio europeo è stato pensato per un mondo che non esiste più. La domanda politica oggi è: come vogliamo rispondere a questo cambiamento?”.
Cattaneo ha evidenziato come la proposta di Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 metta a rischio il principio di coesione, riducendo drasticamente le risorse disponibili per Regioni e territori. “La riduzione dei fondi per la coesione e la PAC dal 66% al 45% – ha spiegato – significherebbe per la Lombardia passare da 4,4 miliardi a 3 miliardi. Un taglio che avrebbe ricadute gravi sulla competitività e sullo sviluppo anche in territori forti come il nostro”.
Il sottosegretario ha quindi respinto ogni idea di eccessiva centralizzazione delle politiche comunitarie: “Vogliamo un’Europa costruita dal basso, fondata sul protagonismo dei territori, delle Regioni e delle città. La politica di coesione è il principale strumento per realizzare questa visione, e va rafforzata, non ridimensionata”.
Cinque le direttrici d’azione indicate da Cattaneo per affrontare i negoziati sul nuovo bilancio europeo: Rifiuto del modello centralizzato, che riduce il ruolo di enti locali e regionali; Unità d’intenti tra Regioni e Comuni, evitando divisioni che indeboliscono le istanze dei territori; Pressione sui governi nazionali, decisivi nel negoziato finale; Coinvolgimento della società civile e dei principali stakeholder locali; Difesa del principio di sussidiarietà, come base dell’“Europa delle Regioni.
“Solo un’Europa che ascolta i territori e costruisce politiche insieme ad essi – ha concluso – può essere davvero competitiva, solidale e vicina ai cittadini”.
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