Camilla Violante Scheller ospite di Noise: «Con “Uman” racconto il caos e la bellezza»
L’artista riflette con Arianna Bonazzi sul confronto con il pubblico, sulle difficoltà del mondo dello spettacolo e sull’importanza della libertà espressiva come strumento per comprendere il presente
Nel nuovo episodio del podcast Noise, ideato e condotto da Arianna Bonazzi, la protagonista è Camilla Violante Scheller, performer, attrice e compositrice che porta avanti un percorso artistico personale, libero da etichette e definizioni rigide. Conosciuta anche con il nome d’arte Navëe, Scheller ha raccontato il cuore pulsante del suo progetto Uman, uno spettacolo che mescola musica, teatro e poesia, e che ha ottenuto un riconoscimento della critica.
Un’arte senza confini
«Non riesco a pensarmi dentro una categoria», spiega Scheller durante l’intervista. Il suo lavoro parte da suggestioni sonore e da riflessioni tematiche, e si sviluppa attraverso un linguaggio ibrido, capace di sfuggire alle gabbie tradizionali. In Uman, l’artista affronta temi politici ed esistenziali: dalla denuncia della superficialità nella comunicazione contemporanea, fino al senso di impotenza di fronte alle tragedie globali.
Lo spettacolo “Uman”
Lo spettacolo ha ricevuto un premio della critica e si distingue per la sua capacità di unire differenti linguaggi espressivi, in una forma che risulta ogni volta unica. È un’opera che invita a riflettere, ma anche a sentire, grazie alla forza delle parole, della musica dal vivo e dell’interpretazione teatrale.
«L’idea è nata da un suono – racconta Camilla – e da lì è cresciuta come una pianta, ramificandosi verso temi che mi stavano a cuore». Il processo creativo, per lei, è sempre un’esplorazione, un andare senza sapere esattamente dove si arriverà.
Il confronto con il pubblico
Un altro punto toccato nell’intervista è il rapporto con il pubblico, soprattutto quello adulto, che spesso si aspetta forme più convenzionali. «C’è una distanza tra il mio modo di fare arte e quello che viene considerato più “accettabile” – osserva – ma è proprio lì che può nascere un dialogo interessante, anche se a volte faticoso».
La cultura come strumento di libertà
Scheller riflette infine sullo stato attuale del mondo dello spettacolo, evidenziando le difficoltà economiche che tanti artisti affrontano e rivendicando l’importanza della cultura come spazio libero di espressione e di critica sociale: «La libertà artistica non è un lusso – conclude – è un bisogno. È uno dei pochi modi che ci restano per dirci la verità».
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