Uno studente varesino a Como
Parla Davide Galimberti, capolista di LSD, la lista vincente elle elezioni all'Insubria
E’ uno degli eletti nel consiglio di amministrazione dell’università, capolista della lista LSD, che ha sbancato alle elezioni universitarie dell’Insubria. Ma è anche il responsabile della comunicazione regionale della sinistra giovanile, di cui è stato anche segretario cittadino a Varese. Si tratta di Davide Galimberti, 26 anni, varesino, studente di giurisprudenza allla sede di Como dell’università dell’Insubria.
Siete stati una rivelazione, in questa elezione, siete stati veri vincenti di questa tornata elettorale universitaria…
"Grazie. Noi abbiamo invece notato invece un perdente eccellente: il Movimento Universitario Padano, che non ha nemmeno un posto in consiglio di amministrazione pur avendo impostato un discorso simile al nostro presentandosi contemporaneamente a Varese e Como. Ma, contrariamente a noi, che avevamo messo da parte le sigle di partito per proporre solo contenuti ed un progetto unitario, avevano messo in evidenza le loro appartenenze. Ed evidentemente questo non ha pagato…Senza contare che sembra, da nostri calcoli, che anche sommando i voti di lega e destra, vinciamo sempre noi"
Qual è stata l’idea vincente?
"I votanti hanno recepito il progetto di unione tra Varese e Como,un progetto apprezzato da gran parte degli studenti, visto che ci hanno scelto circa un terzo dei votanti. Insomma, è piaciuta innanzitutto l’idea dell’unità. E poi abbiamo affrontato problemi generali, confrontandoci con le amministrazioni, nei confronti delle quali ci siamo fatti carico di diventare interlocutori. Era un progetto un pò più ambizioso degli altri, che tendeva ad aprire un confronto con le amministrazioni. Fino ad oggi il campanilismo si è fatto sentire. E anche il silenzio delle amministrazioni stesse, che dopo aver trovato gli spazi per i palazzi non si sono più mossi per niente altro: io dico sempre che a Varese hanno fatto giusto una mega insegna per ricordare ai varesini che esiste l’università"
Il vostro è stato un bel successo, anche se poi la percentuale dei votanti è decisamente bassa, essendo il 15%….
"Il dato del 15%, rispetto alle elezioni precedenti, non è mica male invece, specie se si tiene conto che a biologia e medicina non ci sono lezioni. E’ una percentuale più alta del solito, comunque".
Quel 15% anche se meno peggio del solito, sembrerebbe comunque una spia di scarso interesse degli universitari per la politica. E proprio così?
"E in effetti, in generale l’interesse non c’è. Ma, più in particolare, ci capitava di sentirci chiedere "da che parte state" e se ci dichiaravamo apartitici ci davano credito e ascoltavano il nostro programma. Insomma, si è più ascoltati quando si è senza etichetta: non è un approccio che mi piace, non bisognerebbe avere paura della politica. Però un segnale positivo forse è contenuto in questo atteggiamento: forse vuole dire che nella politica si bada di più alla sostanza, ai contenuti".
Ha qualche altra osservazione da fare a questo voto degli universitari? "Sì: lo spostamento dei voti dei giovani. Che, se non per una lista di sinistra, hanno votato per una lista con un programma di sinistra e con persone che non facevano mistero della loro appartenenza in quell’area. E se fosse un segnale anche per le prossime elezioni politiche?"
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