Il futuro dell’energia? È in arrivo l’energy manager
Un convegno alla Liuc per progettare corsi di formazione sul tema delle fonti energetiche rinnovabili
«Se di crisi non si può o non si vuole parlare, certamente abbiamo un problema energetico che in futuro potrà portare a crisi temporanee». Su questa riflessione, sintetizzata dal professore dell’Università Cattolica di Milano Pippo Ranci, si è dibattuto questa mattina lunedì 30 maggio all’Università Carlo Cattaneo – Liuc all’interno del convegno “Risorse umane per l’uso razionale dell’energia». L’incontro segue la conclusione della prima fase, quella della ricerca, del progetto “Sviluppo delle risorse umane per l’implemento tecnologico nel settore dell’uso razionale dell’energia”, nato dalla collaborazione fra Agenzia Formativa Provincia di Varese (AFP), Polo Scientifico Tecnologico Lombardo( PSTL), Ente Acli Istruzione Professionale (Enaip), Università Carlo Cattaneo – Liuc e Istituto per la Promozione dell’Innovazione Tecnologica (ISNOVA).
Il progetto si è focalizzato sullo studio delle fonti energetiche
rinnovabili e sulla formazione professionale, ed è stato articolato in varie fasi, fra cui la ricerca di informazioni circa lo stato energetico nella provincia di Varese e le esigenze espresse dal territorio, la proposta di modelli formativi e la realizzazione concreta di interventi per la creazione di nuove figure professionali, come quella dell’ energy manager in grado di gestire tutti gli aspetti energetici dei sistemi produttivi.
«Gli obiettivi di questo progetto – spiega Renzo Vanetti, direttore di AFP e capofila del progetto – sono quelli di salvaguardare l’ambiente e favorire la ripresa della competitività. Esistono studi e esperienze concrete nel campo delle nuove fonti energetiche, ma carenze informative e problemi di natura culturale sono stati spesso di ostacolo alla loro diffusione». Da qui nasce quindi questa iniziativa che ha proprio nella divulgazione di informazioni e conoscenze il suo scopo principale. «È necessario introdurre nel nostro panorama nuove figure professionali in grado di interagire con vari partners e anche con i cittadini – continua Vanetti . – È anche sul lato della consapevolezza dell’individuo che bisogna agire».
Con un fabbisogno energetico che dipende all’80 per cento da approvvigionamenti esteri e un futuro che vede diminuire la sicurezza e aumentare i costi, in Italia la ricerca di nuove soluzione sembra essere un imperativo. «Le fonti rinnovabili esistono – spiega Ranci – ma presentano ancora dei problemi a livello economico, di sicurezza e di impatto ambientale (come la soluzione più conosciuta, quella del solare fotovoltaico, che ha un costo 7-8 volte maggiore del convenzionale). Quello che occorre ora è sfruttare al massimo le tecnologie già note e cercare di frenare la domanda, anche a livello di uso familiare. I sistemi basati su energia pulita e rinnovabile devono rappresentare il futuro, ma è necessario iniziare oggi la sensibilizzazione e la formazione».
I dati che sono emersi dalla ricerca, condotta attraverso interviste a diverse realtà del territorio varesino nell’ambito civile, degli enti locali e delle imprese (fra cui l’Associazione degli Artigiani(Cna), degli Industriali (Univa), delle Piccole- Medie Imprese (Api) e dei consumatori (Adiconsum), gli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti Varesini, e l’Associazione Rete Punti Energia, Punto Energia di Varese) mostrano che l’apertura a nuove soluzione c’è da parte di tutti, ma che mancano informazioni e punti di riferimento. È partita quindi proprio oggi, durante la tavola rotonda a cui hanno partecipato i rappresentanti degli stessi enti intervistati, la seconda fase del progetto, quella della formulazione di proposte per i corsi di formazione che verranno organizzati (7 corsi da 12 ore per operatori della pubblica amministrazione, 5 da 50 ore per i professionisti nella gestione dell’energia, 1 da 300 ore per i neo-diplomati). Si è parlato di multisettorialità fra varie discipline, come l’ingegneria, l’economia e l’edilizia, di riferimenti a esperienza concrete che possano fare da esempio, di conoscenza degli aspetti concreti del funzionamento e dell’applicazione di queste risorse sia a livello industriale che familiare, di rapidità, non a discapito della qualità, nella realizzazione di questi corsi.
A partire da questi spunti la prossima fase, come afferma anche Francesco Vivoli, dell’Unità di Agenzia delle Fonti Rinnovabili (Enea), sarà “progettare” figure professionali capaci di muoversi intorno a tutti gli aspetti che riguardano la produzione e la gestione energetica, dall’impatto ambientale alle fonti di spreco, occupabili sia nel privato che nel pubblico, prevedendo magari l’introduzione di una figura di riferimento in tutti i Comuni.
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