Varese: una reginetta dell’export che non deve perdere lo scettro

Dati alla mano, Varese è ben piazzata per bilancia commerciale. Ma i segnali costringono l’economia a stare vigile

Non c’è dubbio, questa provincia ha sempre avuto la vocazione all’export. Dati alla mano, Varese ha oggettivi punti di forza in tema di internazionalizzazione delle aziende: innanzitutto, sono più di 3000 le imprese che operano sull’estero, che movimentano da sole quasi il 3% dell’export e il 2% dell’import nazionale. Dal 1991 sono i dati dell’export che prevalgono nella bilancia commerciale, e anche nelle ultime rilevazioni la provincia mostra performance migliori rispetto al resto della Lombardia e dell’Italia.

«Il saldo della bilancia commerciale varesina, al 30 giugno 2004, è positivo, pari a 869 milioni di euro e in crescita del 5,93% rispetto al primo semestre del 2003, mentre i saldi della bilancia commerciale della Lombardia e dell’Italia sono negativi, rispettivamente pari a –13.998 milioni di euro e – 3.384 milioni di euro – Riferisce soddisfatto il presidente della Camera di Commercio Angelo Belloli –  la composizione dell’export rimane quella tradizionale, con la prevalenza del settore macchine e apparecchi meccanici, che rappresentano il 33 per cento circa del totale, seguito da quello della chimica/gomma/plastica, che è il 20,28% e dal tessile/abbigliamento, al 12,37»

L’elaborazione Unioncamere del 2003 evidenzia che Varese esporta soprattutto prodotti specializzati e high tech: la loro quota tocca il 56,6% del totale, livello che si pone ben al di sopra di quello lombardo, al 48,1% e nazionale (al 42,5%)  «Questo è il dato più importante e significativo – specifica Belloli – perché essere forti su questo tipo di prodotti significa riuscire a reggere bene la concorrenza esterna».

Non tutto però é oro, e qualche preoccupazione sorge anche qui, non foss’altro perché il ritmo di crescita annua delle esportazioni varesine è precipitato dal 17% dei primi anni ‘90 all’1% del 1999 per poi risalire brevemente, soprattutto grazie all’annata 2000, particolarmente ricca per l’export (+16%), anche se certamente non è semplicissimo il recupero di questa importante parte del budget delle imprese nostrane. Cio’ che rappresentava la principale voce dell’esportazione, quella europea, sta diventando infatti sempre di più espressione del mercato interno: le esportazioni all’interno della UE rappresentano infatti il 64% del totale delle esportazioni totali. Per rimanere in sella all’export dunque è arrivato perciò il momento di fare un balzo un po’ più in là, verso i paesi extraeuropei come l’America (che incide per l’8 per cento delle esportazioni) o la Cina (che incide, per ora, solo per l’1,64%): mercati importanti, ma magari più ostici da raggiungere per la diversità legislative e di pratica economica.
Proprio per questo, numeri alla mano, oggi il LombardiaPoint è nato.

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Pubblicato il 11 Novembre 2004
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