Villa Perabò: un tesoro da salvare
Varese – Una giornata di studi dedicata alla storica dimora cinquecentesca
Nuovi quesiti per villa Perabò (foto), la cinquecentesca ancorché dimessa dimora storica all’interno del parco dell’istituto De Filippi. Nell’ambito della settimana della cultura promossa dal ministero dei beni culturali, lunedì 5 maggio, un’intera giornata, patrocinata dalla soprintendenza ai beni architettonici e al patrimonio storico e demoantropologico di Milano, dalla provincia e dal comune di Varese, sarà dedicata proprio alle domande che la villa può ancora sollevare, nei suoi aspetti più squisitamente artistici e architettonici, nonostante il pessimo stato di conservazione; basti andare a guardare quello che si è scoperto nel primo intervento di restauro sin reso possibile dai fondi a disposizione: nell’ex lavanderia dell’edificio si è arrivati all’intonaco e alla pavimentazione originaria della cucina originaria; la sorpresa è l’aver individuato e messo in luce un pozzo con acqua in falda. Da questa scoperta inaspettata, Don Michele Barban e la dottoressa Alessandra Valiani, responsabile del progetto di restauro dell’edificio, hanno dedotto la potenziale ricchezza documentaria del sito, a più riprese e sopratutto negli ultimi decenni pesantemente oltraggiato da interventi maldestri.
Gli splendidi affreschi, restaurati nel 1972, con mirabili scene di caccia di forte sapore nordico, sono a tutt’oggi l’unica gemma visibile; ma le mirate indagini stratigrafiche condotte da Maria Teresa Binaghi della sovrintendenza, hanno aperto numerosi ipotesi di lavoro ed acceso una legittima curiosità a capire quanto di altro si possa nascondere dietro intonaci spessi, muri costruiti ex novo, pavimentazioni posticce. Da qui la volontà di inserire villa Perabò, anche attraverso la giornata di studi, in un contesto di interesse più ampio, connesso ad altri siti artistici in Lombardia; o, progetto anche più prossimo, quello di far diventare la Perabò un tassello di un circuito di ville, la Clerici a Velate, villa Cicogna a Bisuschio, villa Bozzolo ed altre ancora: un primo passo insomma verso quel sistema territoriale che potrebbe costituire un pacchetto di alta valenza turistica in Varese e provincia.
Da qui soprattutto la decisione di muovere i primi passi formali nei confronti del Ministero dei beni culturali, Regione Lombardia, Fondazione Cariplo per riuscire ad ottenere la copertura dei costi di un restauro complessivo dell’edificio; costi stimati intorno ad un milione duecentocinquantamila euro. E’ un restauro urgente: l’inverno è trascorso con fogli di cellophane a coprire le sconnessioni del tetto. I primi ad essere a rischio sono proprio gli affreschi.
Quanto al ciclo pittorico, la giornata di studi riserverà sorprese: le comunicazioni degli storici dell’arte presenti metteranno in luce stringenti connessioni tra gli affreschi di villa Perabò con le scene di caccia affrescate nel castello del Buon Consiglio di Trento; qualcosa più di una somiglianza iconologica ed iconografica; a tal punto da far ipotizzare una stessa mano o della stessa cerchia per i due lavori. Ipotesi suggestiva, quanto mai e che aprirebbe ad altre affascinanti campi di ricerca, sulle vicende religiose-culturali del varesotto tra cultura riformata e quella del concilio tridentino. Si parlerà, dunque, di questo e di altro nel corso della giornata-convegno, allietati da una degustazione con ricette d’epoca. Appuntamento alle 10.
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