Una proposta per le “unioni civili”

Presentata dal consigliere comunale indipendente Aldo Lamberti, prevede la possibilità - per persone di sesso diverso o dello stesso sesso - di veder riconosciuto un legame, anche nell'accesso ai servizi comunali

Una proposta di un registro per le "unioni civili" a Gallarate, per tutte le persone che scelgono (o sono costrette) la convivenza anziché il matrimonio: ad avanzarla è Aldo Lamberti, consigliere comunale indipendente del centrosinistra, che ha presentato un atto ufficiale su cui si pronuncerà l’assemblea comunale (nella foto, l’aula del consiglio). «Nel tessuto sociale nazionale, come nella comunità cittadina di Gallarate, si stanno sempre più manifestando forme di legami affettivi che non si concretano o in taluni casi non possono concretarsi nel formale istituto del matrimonio», è la premessa della proposta di Lamberti, che poi si concretizza in un vero e proprio regolamento per le unioni di fatto. Nello specifico, si parla di una unione tra "due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, residenti e coabitanti nel Comune di Gallarate": la coabitazione in città è il vincolo fondamentale per accedere al registro. Ci si iscrive con una domanda congiunta, nel caso uno dei due si trasferisca l’unione decade automaticamente. E se nel frattempo ci si lascia? Il regolamento prevede che "nel caso di permanenza della coabitazione ma del venir meno dei rapporti affettivi e/o della reciproca assistenza morale e/o materiale, la cancellazione avviene solo su richiesta di una o di entrambe le parti interessate", con successiva comunicazione anche all’altra parte. In che campi avrebbe effetto il registro? Il regolamento indica Casa "sanità e servizi sociali; politiche per giovani genitori e anziani; sport e tempo libero; formazione, scuola e servizi educativi;  diritti e partecipazione; trasporti", con il riconoscimento di un legame tra persone che pure non sono sposate. All’interno del comune di Gallarate "chi si iscrive al Registro è equiparato al parente prossimo del soggetto con cui si è iscritto ai fini della possibilità di assistenza". La proposta di Lamberti (nella foto) è poi di comunicare i dati del registro anche agli ospedali: la mancanza di un formale vincolo di parentela, quando ci si trova di fronte a problemi di salute, è una delle questioni che più spesso vengono infatti sollevate.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Giugno 2014
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