Ambrosetti: “Il Varese per me è qualcosa di speciale”

Il nuovo direttore sportivo si è presentato questo pomeriggio e dimostra subito di avere le idee chiare: "Prima di parlare di futuro bisogna pensare a vincere a Cittadella"

La notizia era nell’aria da quando Mauro Milanese diede le dimissioni dopo l’allontanamente di mister Carmine Gautieri dalla panchina del Varese, ma da oggi, lunedì 28 aprile, è ufficiale: Gabriele “Lele” Ambrosetti è il nuovo direttore sportivo del Varese. Idee chiare sul futuro e spirito biancorosso per il neo ds, che già da oggi è stato al fianco della squadra per entrare nel punto di vista dell’ambiente, che sabato affronterà la fondamentale trasferta di Cittadella, dove il Varese si giocherà buona parte della lotta salvezza.
 
Ambrosetti, da dove nasce questo matrimonio con il club di via Manin?
«Vorrei dire anzitutto che il mestiere del direttore sportivo si impara con tanti sacrifici e in tanti anni di partite, viaggi, ruote e motori di macchine andate per documentarsi, vedere e studiare giocatori. Il Signore mi ha dato la fortuna di diventare calciatore e di entrare in questo mondo, grazie al quale ho potuto intraprendere questa carriera. A Varese mi ha voluto Enzo Montemurro, che però prima di scegliere me e il mio progetto mi ha fatto una “radiografia” completa per capire se la mia persona era compatibile con l’idea di calcio che ha il club. Io ho presentato il mio programma e questo ha convinto la dirigenza, presidente Laurenza compreso, a puntare su di me».
 
Ovviamente per lei Varese non è una piazza come le altre.
«Certo che no. Ho sempre seguito le vicende dei colori biancorossi anche quando non ero in città, per me la maglia biancorossa è sempre stata speciale. Ho detto prima che il Signore mi ha dato la fortuna di diventare giocatore, ora mi ha dato questa seconda opportunità con questa offerta che da varesino non potevo rifiutare; la squadra è quella della mia città e anche per questo mi sento ancora più fortunato e mi sento, se possibile, ancora più motivato».
 
Passiamo alla squadra: presente e futuro?
«Il presente per noi si chiama Cittadella, sarà una gara interessante che non potremo sbagliare. Conosco bene i giocatori, sono già stato a colloquio con loro e so che sono persone intelligenti, oltre che bravi giocatori, ma questi due aspetti per me vanno di pari passo. Ho parlato loro rispetto alla situazione, sanno che la partita di sabato è importantissima e in questo momento credo che sovraccaricare l’ambiente possa diventare deleterio. Io mi sono messo a loro disposizione per qualsiasi tipo di supporto, sanno che potranno contare su di me. Riguardo il futuro credo che in questo momento sia addirittura eccessivo parlare di programmazioni e progetti, ma ho le idee ben chiare in testa e insieme al mio programma ho esposto anche le modalità di lavoro».
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Aprile 2014
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