Il nuovo segretario: “Ora svegliamo la bella addormentata”

“Dipende da noi, non abbiamo più alibi”. Sono da poco passate le 22.30 e Matteo Renzi, dall’alto dell’oltre 68% dei consensi alle primarie del Pd con i due terzi dei voti scrutinati, è emozionato nel parlare al Paese. Ma è anche deciso, quando promette, da domani, di giocare da capitano, “che non starà mai indietro nel tirare”.
Ringrazia collaboratori e, scusandosi per l’immagine troppo “americana”, anche la moglie, e i figli, venuti su con le lancette del tempo scandite dalle primarie.
“Stasera sono orgoglioso di voi” – esordisce – “Perché chi oggi ha vinto questa battaglia non è il sottoscritto: oggi che abbiamo vinto, pensiamo a tutte le volte che abbiamo perso. Pensiamo a chi oggi soffre nelle carceri e a chi vive la difficoltà del fallimento in mezzo alla crisi. La vittoria più bella è di chi cadendo si rialza. Avendo vinto il nostro più grande orgoglio è di dimostrare di sapere vincere”. “Ora tocca ad una generazione come la nostra a guidare la macchina, ascoltando gli anziani: saremo riformisti ma non noiosi. Questa non è la fine della sinistra, ma di un gruppo dirigente della sinistra”.
E da domani? Lo ricorda nel suo programma: legge elettorale che garantisca il bipolarismo, un miliardo di euro di costi alla politica tagliati con proposta di legge costituzionale: “Questa linea non è dettata da un gruppo di saggi: è dettata da 2,5 milioni di saggi che hanno deciso che da questa linea non si torna indietro”.