Martin Disler: opere su carta, tele, vetri e terrecotte alla Buchmann Galerie
Omaggio a un interessante artista svizzero contemporaneo, che fu pittore, scultore, poeta, scrittore e del quale quest'anno ricorrono i vent'anni dalla prematura scomparsa

Si è aperta da pochi giorni alla Buchmann Galerie di Agra, fuori Lugano, la mostra dedicata a un interessante artista svizzero contemporaneo, che fu pittore, scultore, poeta, scrittore e del quale quest’anno ricorrono i vent’anni dalla prematura scomparsa: Martin Disler (1949-1996). Questa esposizione monografica si segnala oggi come una delle più significative tra le non poche presenti nel Luganese.
L’incontro con queste opere, che pure hanno un elevato livello di astrazione, restituisce a più di un osservatore un sentimento di inquietudine, seguito in seconda battuta da una fase di distensione, armonia e benessere. Questo suggerisce una sintesi audace per il breve percorso umano del pittore e scultore di Seewen, quello di “artista risolto“.
Non è raro infatti incontrare artisti tormentati, caratterizzati da ansia esistenziale, vita disordinata e pulsione verso l’ignoto, anzi questo è tutto sommato lo stereotipo dell’artista autentico. Più raro è però vedere in un’opera sia il tormento, la sofferenza, l’ansia, sia il completo superamento artistico delle proprie tensioni. Più raro è vedere, come in Disler avviene, l’uomo problematico e disarmonico, che con l’arte si compie pienamente, diventando armonia, addirittura insegnamento per l’osservatore. Non un insegnamento razionale, eppure certo un insegnamento pieno, nitido.
Disler è così, e sarebbe anche interessante parlare con chi lo conobbe di persona per capire se è vero, come sembra osservando le sue opere, che traesse diretto beneficio dalla propria arte, se la sentisse cioè in una qualche maniera terapeutica per la propria condizione esistenziale.
“Il mondo gira dentro di me – ebbe a dire Disler della sua vita – come un tritacarne”, eppure la sua arte, frontalmente cruda, ha un retrogusto sereno. L’amore, la morte, la paura, la sessualità, questi i temi di Disler, che per la sua decisa gestualità pittorica può essere confrontato con artisti come Emilio Vedova (il quale ad esempio a Lugano è presente nella Collezione Olgiati), oppure per certi versi anche a Jackson Pollock.
Quella di Disler è tutto sommato stata una carriera fulminante, tanto quanto breve. Nato in una famiglia di educatori, studia dai Frati Cappuccini a Stans, non lontano da Lucerna, dove incontra per la prima volta la letteratura, il teatro e la poesia; si fa tuttavia espellere dall’istituto per ragioni disciplinari e sentimentali. Nell’estate del 1968, all’epoca delle contestazioni studentesche, si trova a Parigi. Nei primi anni di attività autodidatta sperimenta il disegno e la stampa, con una produzione oggi custodita al Museo di Arte e Storia di Ginevra.
Nel 1970 iniza ad esporre nella sua terra d’origine, ma nel ’71 è già in tripla collettiva a Monaco di Baviera. A 25 anni la prima mostra personale in Canton Ticino, alla Galleria Mabu di Ronco sopra Ascona; l’anno seguente è a Zurigo, nel 1980 a Basilea, Amsterdam e Reykjavik. Contemporaneamente espone per la prima volta in personale in Italia, presso lo Studio d’Arte Cannaviello, quello che aveva fatto esordire Mimmo Paladino nel 1968 e che ancora oggi annovera Martin Disler tra gli artisti rappresentati in Piazzetta Bossi a Milano. Più importanti ancora le grandi collettive che gli hanno dato una dimensione internazionale: la XVI Triennale di Milano e nello stesso anno, il 1980, la Biennale di Venezia. A 33 anni partecipa a Documenta 7 di Kassel, a 35 espone nei musei d’arte moderna di New York e San Francisco. Nell’88 al Metropolitan di Tokio e nel ’95, un anno prima della morte improvvisa, al Museo d’Arte di Hong Kong.
Chi la conosce segnala Disler anche per la sua produzione letteraria: nel 2014 è stato pubblicato il volume di lingua tedesca “Die Versuchung des Malers”.
La Kunsthalle di Bielefeld, in Germania, sta per aprire domani 19 marzo un’esposizione dedicata all’artista del Canton Soletta che certamente non lascerà delusi i fortunati avventori.
Buchmann Galerie
Via Gamee, Agra di Collina d’Oro (CH)
Il sito
La galleria riceve volentieri su appuntamento.
Foto
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Giorgio Moroni su Stie replica alle critiche per i trasporti degli studenti: "Pronti a valutare i rimborsi ma ci sono carenze e difficoltà"
DavideCastronno su "Chiediamo ad Anas di abbattere i ruderi all'ingresso di Varese"
ccerfo su Ogni domenica contro l'orrore, a Varese la protesta che non si ferma
Alberto Gelosia su Anche questa domenica si scende in piazza a Varese per la Palestina
Angelomarchione su Gioia varesina in Olanda: la squadra di "Anima" trionfa alla Color Guard 2025
Fabio Rocchi su "Mio figlio di 7 anni allontanato dall'oratorio di Gorla Maggiore perché musulmano"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.