Carcere, Sel: “Ampliare i Miogni o una nuova struttura a Varese”
La parlamentare Di Salvo e i varesini Cordì e Liparoti in visita alla struttura di via Felicita Morandi. In Parlamento presentati progetti di legge sul reato tortura e contro quello di clandestinità
Continua a Varese il dibattito sul carcere: chiudere i Miogni o ristrutturarli? E una nuova struttura dovrà sorgere a Varese o quella di Busto Arsizio dovrà diventare l’unica della provincia? A riaprire il tema, dopo la proposta del provveditore regionale di chiuderlo e ampliare quello bustocco, è oggi Sinistra Ecologia Libertà. La parlamentare Titti Di Salvo, insieme al consigliere comunale Rocco Cordì e al coordinatore provinciale Francesco Liparoti, hanno infatti visitato la struttura di via Felicita Morandi.
«Qui ci sono 120 persone nello spazio di 44 – spiegano dopo la visita -. Dormono in tre in celle pensate per una persona e gli spazi comuni sono molto angusti. Tutto questo crea problemi non solo di convivenza, ma anche sanitari e genera comportamenti aggressivi. Un agente ci ha spiegato che alcune persone detenute arrivano a cercare di andare in isolamento pur di stare da sole».
La struttura risale all’800 e nel 2001 questo carcere è stato dichiarato "dismesso". Per gli esponenti di Sel, quindi, le strade percorribili sono sole due: «o reinsediare il carcere in un’altra zona, ma vicina. Oppure ristrutturare quella esistente e ampliarla perchè non è possibile pensare al mantenimento delle dimensioni attuali, sia per i detenuti che per gli operatori». L’opzione del carcere unico a Busto secondo i tre politici non è praticabile «per motivi logistici e di competenza del tribunale». Le aree possibili sarebbero «via Peschiera – spiega Cordì – e c’è ancora l’idea di via Piana di Luco. Io suggerisco anche l’ex Macchi». I tempi però, spiegano, dipendono soprattutto dal ministero. «Non basta dire che i costi di ristrutturazione sono troppo alti, servono cifre vere su cui ragionare».
La visita di oggi – a cui seguirà entro un mese quella a Busto, promette Titti di Salvo – si inserisce all’interno di un progetto più ampio dei parlamentari di Sel. Alla Camera hanno infatti presentato tre proposte di legge per: l’introduzione del reato di tortura, l’abrogazione della legge Cirielli su recidiva e prescrizioni e l’abrogazione della norma relativa al reato “di clandestinità”. Per promuovere queste iniziative e monitorare da vicino le realtà della carceri italiane, oggi i diversi parlamentari stanno effettuando visite in numero istituti. «E’ giusto scontare la pena – concludono -, ma deve essere garantita una situazione umana».
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