Daniele Novara: “La vera questione è la fragilità dei genitori”
È tra i più autorevoli pedagogisti italiani e fondatore del Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti. «È inutile se non retorico continuare a occuparsi dei comportamenti di questi ragazzini senza considerare il contesto educativo in cui crescono»
Il caso del quindicenne sequestrato in un garage e picchiato da quattro suoi coetanei, riporta al centro del dibattito un tema fondamentale: l’educazione dei minori. Daniele Novara, tra i più autorevoli pedagogisti italiani, fondatore del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti, inquadra con chiarezza i termini del problema: «È inutile se non retorico continuare a occuparsi dei comportamenti di questi ragazzini senza considerare il contesto educativo in cui crescono».
Secondo Novara, la vera emergenza riguarda dunque i genitori che hanno scarsissime risorse nell’ambito dell’educazione. «Sono sostanzialmente lasciati soli a gestire gli adolescenti come se fosse una cosa facile – continua Novara – e i genitori da soli non ce la fanno. Quelli della mia generazione erano trasgressivi ma la loro trasgressione era contro i genitori. Oggi i ragazzini non hanno più questa consapevolezza e spesso il padre non c’è o è l’ombra del padre che ci dovrebbe essere. Magari sono degli amiconi e dei confidenti. Educare e fare il padre è ben altra cosa. Le madri, a loro volta, continuano anche durante l’adolescenza a mantenere il controllo assoluto dei figli come se fossero bambini».
Una componente fondamentale in questa deriva educativa è rappresentata da videogiochi, smartphone e social. «Spesso questi ragazzi crescono davanti ai videogiochi – spiega il pedagogista – e l’educazione non può essere certo delegata a un videogioco. I ragazzi non dormono nemmeno di notte per portare a termine i vari livelli. Ecco perché serve un padre che faccia da argine che poi era il motivo per cui noi li contestavamo. Ma quando i padri non ci sono è il ragazzino che decide sulla sua educazione».

CHE COSA FARE?
«È inutile parlare di ragazzi – conclude Novara – lo trovo un esercizio accademico. Parliamo invece dei genitori perché è questa la questione che ci deve riguardare come società. Non bisogna lasciare i genitori da soli perché hanno una fragilità eccessiva. Questa è la generazione di genitori più fragile della storia dal punto di vista educativo, una generazione che non riesce a organizzare la crescita dei loro figli e nemmeno a proporsi come argine nella loro adolescenza. Non è una questione di fidarsi o meno, ma di regole. Recentemente una madre mi ha detto che aveva regalato uno smartphone al figlio di undici anni. Alla mia obiezione se avesse posto al ragazzino anche delle regole precise sull’utilizzo mi ha risposto in modo grottesco: “Io mi fido di mio figlio”. Qui si tratta di educare, la fiducia non c’entra nulla perché riguarda gli amici».
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