I Genieri Lombardia montano un ponte in sei ore e “liberano” una valle
La lesione a un antico ponte aveva limitato il transito sulla provinciale del Passo del Cirone, tra Toscana ed Emilia: il nucleo specializzato di base a Samarate ha riaperto la via. "Come facevano i cavalieri del Tau nel medioevo"

L’Italia è un paese fragile, fatto di migliaia di vallette, paesi, borgate: si crepa un ponte e un costone di montagna rimane isolato, con i suoi villaggi.
Così è successo sull’Appennino sopra Pontremoli, dove i “Genieri Lombardia” sono intervenuti per riaprire al transito la strada provinciale 42 del passo del Cirone, interrotta per una lesione ad un ponte.
Da quando era lì? Dall’Ottocento? Da inizio Novecento? E chi lo sa, è forse uno di quei ponti che neppure si notano, quando si passa in auto. Ma che, quando le cose si mettono male, si scopre essere importante, per passare la forra di un torrente che sarà sulle dettagliate carte militari ma neppure esiste se lo cerchi su Google Maps.
Per questo sono arrivati i Genieri di Lombardia: per montare un ponte di emergenza in ferro “tipo Bailey”, di derivazione militare, assemblato pezzo a pezzo: 18 metri di lunghezza e 20 tonnellate di acciaio, per scavalcare il torrente Otrano, stando “sopra” al ponte esistente, senza appoggiarsi e dunque scaricare peso sulla struttura sottostante lesionata.

«Venerdì abbiamo fatto il carico, sabato mattina lo scarico dei materiali e in sei ore al tramonto eravamo pronti con il ponte» sintetizza Valter Iuri De Tomasi, tenente di complemento e oggi anima di questo particolarissimo gruppo di Protezione Civile, l’unico in Italia specializzato nella posa dei ponti provvisori. Ma quanti erano, per lanciare un ponte in sei ore? «Sedici, tra cui cinque donne» dice con orgoglio De Tomasi, che “regge” il gruppo nato per iniziativa di suo padre, ingegnere Gualtiero De Tomasi, che fece il militare nel Genio Pontieri e decise poi di portarsi la specializzazione a Samarate.
«Ma attenzione: i volontari non sono solo di Samarate, sono dei gruppi di vari Comuni del Varesotto». Hanno partecipato al corso la scorsa estate e già hanno avuto modo di provar sul campo l’esperienza quest’inverno, con un intervento neppure facilissimo, un ponte per superare una frana su strada in pendenza.

«Oggi (martedì 7 luglio, ndr) abbiamo fatto il collaudo, da domani sarà aperto al traffico, ma già qualche mezzo di soccorso è passato». Sul ponte hanno messo anche un Tau, la croce di legno simbolo dei cavalieri del Tau di Altopascio, che nel medioevo assicuravano il transito sulla via Francigena, che nel tratto appeninico (percorso principale proprio tra Parmense e Pontremoli, in Lunigiana) era ricco di ponti, alcuni medievali ancora esistenti nel bosco fitto.
Anche adesso – anno Domini 2020 – la Francigena passa di qui: i genieri lombardi sono stati coccolati dalla città di Pontremoli, ospitati nel convento di San Lorenzo che accoglie i pellegrini. Le strade uniscono ancora, oggi come nel medioevo
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