Tre scuole dell’infanzia in meno alla riapertura
Primo giorno di scuola positivo nelle 160 scuole Fism nonostante il contesto di incertezza sanitaria abbia spinto alcuni genitori a ritirare le iscrizioni dei figli

Tra le 160 scuole dell’infanzia aderenti alla Fism (Federazione italiana scuole materne) di Varese questa mattina, 7 settembre, alla riapertura mancavano all’appello tre strutture, in altrettanti comuni. “Si tratta di tre scuole piccole – precisa la presidente varesina di Fism Maria Chiara Moneta – scuole già in situazione critica lo scorso anno e sulle quali la chiusura a febbraio, le nuove e più stringenti regole dovute al Covid 19 e il calo demografico unito alla scelta di alcune famiglie di non mandare i figli a scuola, tutte insieme, hanno reso impossibile mantenere aperta la struttura”.
“Gli asili concorrenti, presenti sullo stesso territorio comunale, sono comunque riusciti a garantire il servizio alle famiglie interessate“, precisa la presidente Fism, positiva per questo primo giorno di scuola.
“Contenti gli insegnanti, felici i bambini e soddisfatti i genitori per questa riapertura di cui tutti sentivamo un gran bisogno – afferma la Moneta – La situazione però rimane tesa, soprattutto per il contesto di incertezza sanitaria che ha spinto alcuni genitori a ritirare le iscrizioni e mantenere a casa i bambini”.
Motivo di preoccupazione per le mamme e i papà sono i rischi di contagio o il rischio che il servizio si interrompa spesso per febbri sospette.
Per limitare al minimo i rischi di contagio e le ripercussioni in caso di sospetti sono state realizzate in molte scuole nuove sezioni , sfruttando spazi adibiti in precedenza a laboratori o mense o anche semplicemente riorganizzando arredi e percorsi in maniera creativa. “Le maestre in questo senso hanno fatto un grande lavoro di pensiero e creatività per garantire, pur con le nuove norme, offerte pedagogiche significative ai bambini”.
Altre volte invece la pedagogia ha dovuto cedere il passo a considerazioni di esigenza sanitaria, ad esempio nel riformulare le classi, dove il principio di continuità a volte ha dovuto cedere il passo a quello dell’organizzazione oraria, oppure il criterio di scissione del nucleo familiare per permettere ai fratellini di fare esperienze personali o alle maestre di non avere il figlio in classe, si è dovuto piegare all’esigenza di mantenere i membri dello stesso nucleo famigliare nella stessa classe.
“La stragrande maggioranza genitori ha comunque mostrato di capire lo sforzo organizzativo e hanno apprezzato l’accoglienza riservata ai bambini in un primo giorno di scuola bagnato dalla pioggia – conclude la Moneta – è stato un buon inizio”.
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