Cara Tiziana, questa lettera mi corrisponde, parola per parola, dolore per dolore, preoccupazione per preoccupazione ad eccezione dell’Assistente Sociale che nelle sue poche possibilità, ha sempre dato una mano. Noi abbiamo ricoverato mio fratello in coma apallico dopo un incidente in motorino 30 anni fa, aveva solo 22 anni, da allora ha ricevuto amorevoli cure casalinghe da parte dei miei genitori in primis, ma tutta la famiglia è rimasta coinvolta, per non dire sconvolta da allora. Dopo la loro morte 13 e 5 anni fa ci siamo assunti la responsabilità delle sue cure rendendoci conto dopo 2 anni, che la nostra buona volontà non era più sufficiente data la gravità e ormai la sua l’esigenza era di avere cure mediche e infermieristiche 24 ore su 24. Così la decisione di ricoverarlo in Rsd ( residenza disabili ) con la speranza iniziale che l’ Ats si prendesse carico totale vista la rilevanza dei sintomi, ma nonostante abbia la Peg, la tracheotomia, l’ossigeno permanenti, non parla, è cieco da un’occhio, non si gira, è totalmente immobile, ma apre e chiude gli occhi e saltuariamente a comando solleva un pollice, così per l’ente preposto è ancora dotato di minima coscienza, per cui dobbiamo pagare. Abbiamo una casa di proprietà e una pensione d’anzianità di 1.450 euro, non ci siamo mai sentiti poveri, ma dopo 2 anni di ricovero siamo già allo stremo sia per la situazione Covid che ci impedisce di stargli vicino come vorremmo, sia per l’enorme spesa e sinceramente vediamo un futuro nero che più nero non si può. L’abbraccio con affetto Felicia Sodano
Cara Tiziana, questa lettera mi corrisponde, parola per parola, dolore per dolore, preoccupazione per preoccupazione ad eccezione dell’Assistente Sociale che nelle sue poche possibilità, ha sempre dato una mano. Noi abbiamo ricoverato mio fratello in coma apallico dopo un incidente in motorino 30 anni fa, aveva solo 22 anni, da allora ha ricevuto amorevoli cure casalinghe da parte dei miei genitori in primis, ma tutta la famiglia è rimasta coinvolta, per non dire sconvolta da allora. Dopo la loro morte 13 e 5 anni fa ci siamo assunti la responsabilità delle sue cure rendendoci conto dopo 2 anni, che la nostra buona volontà non era più sufficiente data la gravità e ormai la sua l’esigenza era di avere cure mediche e infermieristiche 24 ore su 24. Così la decisione di ricoverarlo in Rsd ( residenza disabili ) con la speranza iniziale che l’ Ats si prendesse carico totale vista la rilevanza dei sintomi, ma nonostante abbia la Peg, la tracheotomia, l’ossigeno permanenti, non parla, è cieco da un’occhio, non si gira, è totalmente immobile, ma apre e chiude gli occhi e saltuariamente a comando solleva un pollice, così per l’ente preposto è ancora dotato di minima coscienza, per cui dobbiamo pagare. Abbiamo una casa di proprietà e una pensione d’anzianità di 1.450 euro, non ci siamo mai sentiti poveri, ma dopo 2 anni di ricovero siamo già allo stremo sia per la situazione Covid che ci impedisce di stargli vicino come vorremmo, sia per l’enorme spesa e sinceramente vediamo un futuro nero che più nero non si può. L’abbraccio con affetto Felicia Sodano
in Il dolore invisibile nelle case di riposo