Lavoratori del credito e crisi globale, la F.A.B.I. chiede etica e attenzione al territorio
A Villa Cagnola il Congresso Provinciale della Federazione Autonoma Bancari Italiani. Ai datori di lavoro si chiede di sostenere l’economia locale
Posto fisso addio: il lavoro sicuro e ben retribuito che di questi tempi è diventato un vero miraggio, non esiste più neanche per i lavoratori del mondo creditizio. Che si trovano invece a dover fronteggiare «la precarietà derivante dal ricorso al lavoro temporaneo» ma anche «lo stress dovuto alla riduzione degli organici, una politica di incentivi smodati e sregolati per la vendita di prodotti finanziari, pressioni commerciali, compensi stratosferici ed incompatibili dei manager e degli amministratori, contratti non rinnovati alla scadenza».
E’ la denuncia con cui Paolo Henin, segretario provinciale della F.A.B.I., ha aperto il diciottesimo Congresso Provinciale della Federazione Autonoma Bancari Italiani “Valori nei fatti, insieme per il futuro” che si è tenuto questa mattina al centro convegni “Villa Cagnola” di Gazzada. Un’occasione per mettere al centro dell’attenzione le lavoratrici e i lavoratori del mondo creditizio, per tutelarne la professionalità e per incentivarne la motivazione in un momento in cui da un lato si richiede il contributo dei lavoratori affinchè la gente recuperi la fiducia nel settore creditizio, da un lato il sistema finanziario «non investe abbastanza sulle risorse umane, scarica la crisi che il settore sta attraversando sui dipendenti e cerca il profitto a breve termine per i vantaggi dei soli azionisti».
Per la F.A.B.I. è invece questo il momento in cui le banche devono tornare alla valorizzazione della tradizionale attività creditizia orientata al sostegno del territorio e dell’economia locale, del raccogliere depositi e del fare impieghi selezionando e monitorando il credito, finanziando con oculatezza investimenti produttivi anche a lungo termine. E, dal punto di vista delle risorse umane, fare investimenti, stabilizzare il precariato, privilegiare rapporti di lavoro stabili e riducendo il ricorso a tempi determinati e stagisti.
Il settore bancario oggi in provincia conta circa 3.800 addetti, impiegati presso le 45 aziende di credito, con un totale di circa 430 sportelli. In questi contesto la F.A.B.I. di Varese conta 2500 iscritti, ha quasi 90 attivisti ed una rete di 40 rappresentanze sindacali aziendali. Partecipa attivamente alla vita sociale del territorio e offre ai propri iscritti formazione, consulenza e assistenza fiscale, previdenziale e legale, e un fondo di solidarietà, impegni che cui F.A.B.I. di Varese resterà fedele «con la massima attenzione alle lavoratrici e ai lavoratori con i quali si troverà sempre in prima linea».
80 i delegati presenti all’assemblea della più rappresentativa organizzazione sindacale dei bancari: la massima assise istituzionale dal 1948, anno della fondazione dell’associazione. Ad essi il compito di eleggere Consiglio Direttivo, Collegio Sindacale, Delegati Permanenti ai Consigli Nazionali per il mandato 2009–2013 e la composizione della Delegazione di Varese che parteciperà al diciannovesimo congresso nazionale che si svolgerà a Roma dal 15 al 19 febbraio 2010.
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