“Nella musica il talento non basta”
Nella scuola "Degni di nota" si insegna musica a partire dai bambini di 4 anni fino ai vecchietti di 80. «L’input che arriva da trasmissioni come XFactor o Amici è positivo. Ciò che è sbagliato è il messaggio di fondo, perché la musica e il canto hanno bisogno di studio e applicazione»
La sede della scuola di musica “Degni di nota” è in un palazzo di via Cavallotti, nel cuore di Varese. Beatles, Led Zeppelin, Nirvana, i miti del rock e del pop, quelli che hanno fatto la storia della musica, segnano l’ingresso davanti a ogni aula (pianoforte, violino, basso, chitarra, sax, percussioni, sala prove), ciascuna contrassegnata da un colore diverso. Un enigmatico Jim Morrinson presidia il corridoio, come se si preparasse a una jam session con i presenti.
“Degni di nota” è nata nel 2006 , su iniziativa di Massimo Cichella: 38 anni, studi classici, un diploma in pianoforte al conservatorio di Campobasso e tanta gavetta. A Varese ci è finito per amore, non solo della musica.
La scuola si basa su alcuni principi: solo corsi individuali, per lo più strumenti moderni (con le eccezioni del violino e del pianoforte) e nessun limite di età. «Non crediamo nelle lezioni collettive – spiega Cicchella – ogni studente ha una sua specificità e va seguito singolarmente». L’orario della scuola è flessibile: si comincia dalle 10 del mattino e si prosegue fino alle 21. E per chiunque volesse provare c’è una lezione conoscitiva gratuita senza obbligo di tessera.
(foto sopra: la sala prove; foto sotto: Massimo Cichella, direttore della scuola)
(foto sopra: la sala prove; foto sotto: Massimo Cichella, direttore della scuola)
Cantare, suonare, registrare. Oggi sembra tutto a portata di mano. Una convinzione che nasce anche da alcuni programmi tv , come «XFactor» e «Amici», dove il successo nel mondo dello spettacolo viene fatto passare come un giochetto. «L’input per i ragazzi che arriva da queste trasmissioni è positivo – continua il direttore della scuola –. Ciò che è sbagliato è il messaggio di fondo, perché il talento è importante ma non basta. La musica e il canto hanno bisogno di studio e applicazione. Qualcuno ogni tanto arriva e mi chiede quando può fare il provino partendo da zero. Io non illudo nessuno, e rispondo che in tre mesi non si va da nessuna parte».
Al civico 6 di via Cavallotti entrano allievi di ogni età, dai piccoli di 4 anni fino ai vecchietti di 80. A loro disposizione, oltre a un gruppo di insegnanti preparati, c’è anche una sala prove dove si puo’ registrare con l’assistenza di un tecnico del suono. Massimo Cichella, quando l’attività della scuola glielo consente, continua a fare concerti, soprattutto in Svizzera dove «ci si sente più musicisti e meno artigiani della musica». Anche se la scuola si rivolge soprattutto a chi vuole fare musica moderna, il direttore ribadisce l’importanza dell’approccio allo strumento e dello studio. «Il mio autore preferito è Chopin e amo le esecuzioni di Pollini e Michelangeli, ma ascolto anche autori contemporanei come Einaudi. Ritengo che studiare musica sia importante come disciplina della mente e come divertimento dell’anima».
A un pianista non si puo’ non fare una domanda sul caso Giovanni Allevi, osannato dal pubblico e massacrato dalla critica. «È un ottimo esecutore, veloce, preciso. Ma paragonarsi a Mozart…».
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