Faida familiare, l’accoltellatore va ai domiciliari in Calabria
L'uomo ha colpito il consuocero rivale con un piccolo coltellino di due centimetri e mezzo di lama
E’ stato scarcerato Domenico Tripodi, il 66enne di Reggio Calabria che lunedì ha accoltellato il consuocero Antonino Rosaniti, 69 anni, durante una lite a Tradate. Il gip Cristina Marzagalli ha accolto la richiesta del difensore, Elisabetta Brusa: all’uomo sono stati ordinati i domiciliari a Reggio Calabria, dove risiede. Il giudice ha tenuto conto della sua situazione di salute: ha subito un intervento delicato da poco tempo e la sua permanenza in carcere è incompatibile con le cure. Quanto all’episodio di cui è stato protagonista, ha raccontato al giudice di aver accoltellato il consuocero durante una lite e per essere stato offeso
Tripodi era giunto da qualche giorno dalla Calabria per assistere la figlia che era in attesa di un bambino. La gravidanza nel frattempo non è andata a buon fine per motivi naturali, ma si sarebbe creata tensione tra le due famiglie degli sposi, anche a causa della severità con cui i genitori di lui tratterebbero la figlia di Tripodi.
Lunedì, i due capifamiglia calabresi si sono incontrati in strada, vicino a casa; c’è stata una richeista di chiarimento, che è sfociata in una rissa anche a seguiti di un insulto alla ragazza. A quel punto Tripodi (che dice di essere stato atterrato) ha estratto un piccolo coltellino con lama di due centrimenti e mezzo, comprensivo di pinzetta che utilizzerebbe per togliersi i peli superflui (così ha detto), e ha ferito il rivale. L’accusa è tentato omicidio.
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