Pedemontana, un’autostrada fatta in casa
Così la società costruttrice ha ridotto al minimo il ricorso a ditte esterne per movimento terra e cemento: «Tutto è prodotto all'interno del cantiere». Il protocollo di legalità sta funzionando anche grazie ai certificati antimafia
Pedemontana avanza nel suo cammino e il modello scelto per la costruzione dell’autostrada comincia a dare i suoi frutti. «L’autostrada tra Varese e Bergamo è come la pasta fatta in casa – ci raccontano i tecnici che ci lavorano – da fuori arriva il minimo indispensabile (generalmente i mezzi e i macchinari, ndr) mentre il resto (quasi tutto) si fa all’interno dei cantieri». La terra utilizzata per i tracciati in rilievo o per i cavalcavia viene dagli scavi per le gallerie, dalla terra estratta viene divisa la ghiaia che serve a fare il cemento e lo stesso cemento viene prodotto in un cementificio interno al cantiere. Il risultato è duplice: la catena produttiva resta interna a Pedemontana, si abbattono i costi di spostamento dei materiali, si riduce l’impatto ambientale utilizzando la stessa terra e ghiaia trovata sul posto (nessuna nuova cava è stata realizzata), si riduce al minimo la possibilità che tra le varie imprese si infiltri qualche ditta edile in odore di mafia.
A questo proposito ci viene spiegato il severo protocollo di legalità adottato:«Ogni persona che lavora in questi cantieri è fornita di badge magnetico sul quale ci sono tutta una serie di informazioni – raccontano i tecnici a capo dei cantieri – ogni ditta che entra a lavorare deve essere fornita di certificato antimafia (sperando che Brunetta non li tolga, ndr), la collaborazione con la prefettura è strettissima». Ogni settimana i capicantiere sono forniti di un elenco aggiornato delle ditte, dei mezzi e del personale che vi lavora. Questo metodo è rigoroso e permette di ridurre al minimo le infiltrazioni. Nessuna impresa può affidare un lavoro, anche minimo, in subappalto ad una ditta sconosciuta a Pedelombarda e Pedemontana.
Secondo i tecnici questo modello sta funzionando perchè c’è una seria volontà di far rispettare le procedure. Molti di loro hanno lavorato lungo la Salerno-Reggio Calabria o per altre grandi opere ma il commento è sempre lo stesso: «Non c’è assolutamente paragone – dice uno di loro – in Calabria non ci sono ancora le condizioni per poter realizzare un’opera senza che le cosche ne diventino parte integrante. Qui c’è la volontà di far andare bene le cose». Una differenza abissale nella gestione di ogni fase fa di Pedemontana un modello da seguire, almeno fino a questo momento.
Ad oggi sono oltre 300 i lavoratori impegnati nei vari cantieri della tratta A, quella più difficile tra viadotti, gallerie, trincee e svincoli. Chiunque sia passato dall’A8 avrà notato, tra Cassano Magnago e Busto Arsizio, che il grande svincolo sta crescendo e, per il momento, la data della consegna dei lavori resta fissata al 31/12/2013: «Possiamo farcela se le cose vanno avanti così – conclude il responsabile della tratta – anche con le istituzioni locali (sindaci in primis), stiamo avendo un buon dialogo riducendo il più possibile l’impatto sui cittadini».
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