Gavina e Antonio, anche il sindaco al funerale in una chiesa stracolma
L'ultimo saluto alle due vittime dell'incidente di largo IV Novembre. Messaggi toccanti, e una lunghissima fila di cittadini per salutare i parenti
C’era tanta gente di Palazzo Estense e della camera di commercio. C’era quasi tutta la giunta comunale, gli amici e i familiari, i vicini di casa, i fedeli del gruppo di preghiera dell’ospedale Del Ponte, la gente comune. C’era la città insomma a salutare Gavina e Antonio, una coppia che ha vissuto una vita insieme e che, insieme, ha trovato una morte sfortunata.
Il funerale di Antonio Deligios e Gavina Piras è stato molto partecipato. La storia dei due anziani coniugi uccisi il 30 dicembre all’incrocio pedonale di largo IV novembre, da un furgone lanciato contro di loro sulle strisce pedonali, ha commosso una intera città, per la violenza dello schianto e la fatalità della tragedia che ha coinvolto una famiglia per bene, molto conosciuta in città. Il funerale è stato celebrato alle 10 e 30 nella chiesa di Giubiano. L’omelia è stata recitata da don Peppino Maffi. Una delle figlie delle vittime ha letto una toccante lettera ai genitori in cui ha ricordato che si sposarono dopo 11 anni di fidanzamento: erano persone serene, lui un padre sicuro e solido, che aveva lavorato nella marina militare, lei una donna che era devota alla famiglia e al marito, ostinata e dolce allo stesso tempo.
Il genero delle vittime ha letto un messaggio simbolico che ha attributo agli stessi Antonio e Gavina, per rassicurare le figlie, e ricordare una verità cristiana: chi ha davvero la fede in Dio sa che dopo la morte c’è la felicità. Un trombettiere dell’associazione della marina militare ha suonato in alcuni momenti della cerimonia. Don Peppino è un amico della famiglia e ha rivolto ai presenti queste parole. «Affermiamo con intensità una fraterna e forte partecipazione al dolore grande e improvviso di Anna, Antonella e Gavina, dei nipoti, dei familiari. Nella vita hanno apprezzato tanto la presenza della mamma e del papà; hanno assaporato la chiarezza dei loro intenti, la sapienza del loro consiglio, l’affetto; hanno gioito. Ora ne sentono fortemente il vuoto».
E ancora: «Di fronte ad un lutto così grande, sentiamo che le nostre riflessioni e le nostre parole di conforto possono risuonare come parole oneste e vere, ma che non hanno in sé la forza della convinzione; al più hanno la possibilità di favorire il ritorno all’essenziale, all’armonia con se stessi. Può, in questa circostanza, servirci il passaggio del Salmo della celebrazione eucaristica del primo giorno del nuovo anno: Dio ci benedica con la luce del suo volto».
All’uscita una lunga e interminabile coda di cittadini ha atteso di poter dare un saluto ai parenti. Tra questi, anche il sindaco Attilio Fontana, il vicesindaco Carlo Baroni, il direttore generale della camera di commercio Mauro Temperelli, gli assessori Montalbetti, Clerici, Angelini, l’ex assessore Grassia.
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