Lavori alla caldaia della chiesa fanno scoprire reperti medievali

Sabato e domenica la presentazione degli scavi con delle visite guidate: scoperte delle mura e delle tombe che potrebbe risalire anche all’alto medioevo

Lavori alla caldaia delle chiasa fanno scoprire tracce di reperti storici secolari. È accaduto nella chiesa parrocchiale di San Maurizio che nei prossimi giorni, il 15 e 16 dicembre, ha organizzato delle visite guidate agli scavi per far conoscere quanto scoperto. Appuntamento sabato alle 16.30 e poi domenica per tutto il giorno.
«All’interno della navata sono state trovate le fondazioni di alcune murature di grandi dimensioni, tali da far pensare all’esistenza, in epoca altomedievale, di qualche struttura difensiva – spiegano dalla Parrocchia -. Subito davanti all’altare è riemerso il tracciato di un’abside semicircolare, rivolta verso oriente, di epoca medievale, appartenente all’oratorio preesistente di cui ci parlano le visite pastorali. Sotto l’altare attuale ci sono invece le fondazioni di un’abside dal tracciato poligonale, rivolta verso settentrione, su cui sono ancora in corso indagini per chiarirne la datazione. Sono inoltre state trovate delle tombe all’interno della navata, che corrispondono a quanto ci dicono le visite pastorali del Seicento e Settecento sull’esistenza di tombe di famiglia nella chiesa. Altre strutture interessanti sono poi emerse nella zona della sacrestia».

La storia della chiesa
La chiesa parrocchiale di San Maurizio, così come la vediamo oggi, è frutto di una storia durata secoli, a cui generazioni di vedanesi hanno contribuito con la loro fede e la loro creatività. L’aspetto attuale nasce dai lavori dell’Ottocento, fortemente voluti dal parroco don Gabriele Argenti, che ce ne ha lasciato anche una accurata documentazione. Tra il 1842 e il 1843 venne sistemata la facciata della chiesa, aggiunta la gradinata, costruito il campanile e installato l’organo, anche grazie al lavoro gratuito prestato da molti abitanti del luogo.
Veniva così portato a termine un lungo processo iniziato ai primi del Seicento, quando la popolazione chiese al cardinale Federico Borromeo l’autorizzazione a costruire la nuova chiesa di San Maurizio per trasferirvi la sede della parrocchia. Fino allora la parrocchiale era stata San Pancrazio, ritenuto però troppo lontano dal nucleo principale dell’abitato e quindi scomodo per chi doveva partecipare alle celebrazioni. Le visite pastorali della fine del Cinquecento ci dicono che nel luogo dove doveva sorgere la nuova chiesa esisteva già un piccolo oratorio dedicato a San Maurizio, con l’abside rivolta secondo la consuetudine verso est. Si decise però di non ingrandirla, ma di abbatterla e di costruire al suo posto una struttura completamente nuova.

Un progetto dettagliato, di cui ci è rimasto il disegno, venne fatto nel 1618 e prevedeva un edificio di grandi dimensioni, con una sola navata e due cappelle laterali disposte a formare una specie di transetto. La chiesa nuova venne costruita con l’abside rivolta verso nord, scelta abbastanza insolita dovuta probabilmente alla conformazione del terreno e all’esistenza di altri edifici. Nel 1647 i lavori erano considerati conclusi, tanto che venne effettuata la traslazione della sede parrocchiale. Tuttavia, come spesso accade, l’edificio non venne realizzato in modo del tutto conforme al progetto, forse anche per la scarsità di fondi che non permise ad esempio la costruzione del campanile.
Altri lavori vennero eseguiti alla fine del Seicento. Nel 1679 Papa Innocenzo XI, della famiglia Odescalchi che aveva rapporti con il territorio di Vedano, donò alla chiesa il corpo di Sant’Alessandro, un altare per conservarlo degnamente che venne collocato in una cappella laterale, e l’altar maggiore, di elegante fattura, con marmi colorati e sculture. E’ probabile che l’arrivo di questo grande complesso marmoreo abbia reso necessarie delle modifiche del presbiterio e dell’abside destinata ad ospitarlo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Dicembre 2012
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