Sequestrati anche a Varese i beni di Matteo Messina Denaro
E' arrivata fino alla provincia di Varese la grande operazione antimafia che ha sequestrato beni per un valore di 38 milioni di euro, riconducibili al boss latitante attraverso il gallaratese Filippo Greco, arrestato nel 2011
Ė arrivata fino alla provincia di Varese la grande operazione antimafia che ha sequestrato beni per un valore di 38 milioni di euro, riconducibili al boss latitante Matteo Messina Denaro e alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara. Tra i numerosi beni sequestrati in diverse zone d’Italia risultano esserci anche alcuni appartamenti e conti bancari, intestati a componenti della famiglia di Filippo Greco, arrestato a Gallarate nel dicembre del 2011 e apparentemente nullatenente. Greco, come era già emerso in occasione del suo arresto, era (insieme ad altri componenti della famiglia, ndr) in realtà uno dei numerosi prestanome dei quali si serviva il clan per controllare aziende e beni a disposizione del gruppo criminale al cui vertice c’è la primula rossa dei boss mafiosi siciliani. L’operazione è stata condotta dai Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani, su provvedimento emesso dal tribunale di Trapani a richiesta della Divisione distrettuale antimafia di Palermo.
Gli accertamenti patrimoniali hanno evidenziato una gestione occulta di societa’ e imprese che monopolizzavano di fatto il mercato olivicolo e il settore dell’edilizia, e sono risalite al patrimonio disseminato tra i prestanome della mafia campobellese, che possedeva per loro tramite non solo aziende ma anche vasti terreni nel Trapanese e nella provincia di Varese. Per questo sono stati inoltre sequestrati i beni di Filippo Greco, titolare di societa’ immobiliari e di costruzioni nella provincia di Varese, e indicato come principale finanziatore della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara. Inizialmente segnalato come nullafacente e intestatario di una sola impresa edile, con sede nel trapanese, il Greco è risultato essere riconducibile ad una serie di conti bancari cifrati in Svizzera emersi nel corso dell’attività d’indagine. In provincia sono stati sequestrati anche alcuni appartamenti e conti correnti bancari a Sesto Calende e Gallarate a carico di alcuni componenti della famiglia Greco. Da segnalare, inoltre, il fatto che il cognato di Messina Denaro viveva e lavorava a Busto Arsizio, almeno fino al marzo 2010 quando la sua abitazione venne perquisita dagli investigatori nell’ambito dell’operazione Golem 2.Il sequestro ha colpito 2 strutture industriali, 4 societa’ attive nel settore olivicolo, 181 immobili, tra cui ville, appartamenti, magazzini e terreni agricoli, 20 autovetture, nonche’ 43 rapporti bancari e 5 polizze assicurative. In particolare, la misura ha riguardato gli oleifici “Moceri Antonino & C. srl” e “Eurofarida srl”, secondo quanto emerso di fatto controllati da Leonardo Bonafede, che nel 1993 li aveva intestati fittiziamente Tancredi e Moceri. La mafia inoltre investiva in lavori commissionati alle imprese riconducibili al Rosario Cascio, ritenuto il braccio imprenditoriale di Messina Denaro.AGGIORNAMENTO DEL 1 MARZO 2016 – Assolto anche in appello Filippo Greco, non faceva parte della cosca di Messina Denaro
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