Via libera al progetto Alvaro Siza per l’area di via Roma
Il consiglio comunale ha approvato il progetto per la zona "spianata" nel 2009-2010 e rimasta abbandonata. L'opposizione ha contestato la modernità del progetto e l'accordo trovato con il costruttore
Via libera al progetto firmato Alvaro Siza a Gallarate, sull’area di via Roma, che giace abbandonata da quasi 4 anni: il consiglio comunale ha approvato l’intervento edilizio firmato dal celebre architetto portoghese, che è stato esaminato a lungo anche dalla commissione paesaggistica.
L’assessore all’urbanistica Giovanni Pignataro ha parlato di un intervento per «sanare una ferita tra via Roma e via Postporta», vale a dire quel pezzo di terreno rimasto abbandonato dai tempi della demolizione della facciata di Casa Calcaterra, nel 2010. Il fronte della villa secondo il progetto originario doveva essere mantenuto, a differenza delle corti settecentesche che furono abbattute in modo autorizzato (l’intervento fu fermato dall’allora assessore Massimo Bossi e il Comune ha avuto ragione nella scelta, confermata dal Tar e dal Consiglio di Stato). L’amministrazione in carica ha rivendicato di aver chiesto e ottenuto due cose: la presenza di un parcheggio pubblico collegato con piazza Garibaldi e un intervento architettonico di qualità, firmato appunto da Alvaro Siza. Secondo l’opposizione (ma, fuori dal consiglio comunale, critiche sono venute anche da altre voci), il progetto presentato oggi non è sufficente a "risarcire" la città: «L’amministrazione patteggia una variantina ad hoc» ha accusato Massimo Bossi di Forza Italia, che ai tempi dell’approvazione del primo intervento era assessore all’urbanistica. «Cui prodest? Si dice sì a un progetto in cambio di venti posti e un intervento tipo Renzo Piano», ha rincarato la dose Quintino Magarò (Orgoglio Gallaratese). L’assessore Pignataro ha risposto difendendo l’accordo trovato con un vantaggio pubblico: «Ovvio che quando si trova un accordo, il costruttore rinuncia ad ulteriori ricorsi, il Comune ha già visto riconosciute le sue ragioni in due diversi gradi» (mentre sulla vicenda penale il Comune non ha voce in capitolo).
Molto si è discusso anche del progetto in sè. Bossi, per Forza Italia, ha avanzato come proposta radicalmente alternativa l’idea di «trasferire altrove metà delle volumetrie, aprendo la vista verso via Postporta». Franca Cattaneo (lista civica, presidente della commissione urbanistica) si è detta «stupita» dalle reazioni dell’opposizione, dopo il lungo lavoro in commissione: «Con il progetto si è tenuta in considerazione la cartografia storica a partire da Catasto Teresiano, per ricostruire un tessuto storico violato dalle demolizioni autorizzate». Cambiano gli edifici, ma si mantiene la "forma" della città, anzi recuperando al passaggio
un vicolo che nel tempo era rimasto "chiuso" nell’isolato. L’intervento moderno di Alvaro Siza – che pure è noto per l’attenzione al contesto – è stato molto contestato anche dalle file della Lega Nord, per le forme: «una casa pur bella viene calata in un centro storico urbano, i nostri tetti sono spioventi e di tegole rosse, questi sono piatti e di cemento, con un po’ di verde», ha attaccato il capogruppo del carroccio Paolo Bonicalzi. «Questo non era certo un intervento necessario ai gallaratesi».
Alla fine l’intervento è stato approvato con i voti di tutta la maggioranza e quelli contrari dei consiglieri d’opposizione Magarò, Ciampoli, Bonicalzi, Bossi e Dall’Igna.
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