Binelli, gli islamici, la sinistra e Baroudi che vince le primarie

Una mix di cronaca sull'ultima piccola polemica locale: le dichiarazioni di un assessore su facebook e quel che ne è seguito

"Queste immagini provengono da Parigi, qualche mese fa: questa è la Francia oggi. Le dedico a quelli che distinguono tra terroristi e immigrati islamici". Queste parole, corredate da una foto della polizia francese armata, pubblicate su facebook dall’assessore leghista Fabio Binelli, alle 9 e 04 di giovedì 10 gennaio, hanno suscitato una polemica politica.

Questa dichiarazione è stata ripresa dai quotidiani di carta il giorno 11 gennaio. Ieri sera, 13 gennaio, i capigruppo di Pd, Sel e M5S hanno chiesto le dimissioni di Binelli:
 

"Considerazioni e giudizi tipici di chi trova nutrimento culturale e politico nella istigazione all’odio che l’equiparazione tra terrorismo e immigrati islamici e la denigrazione di una intera comunità rappresenta un fatto di gravità inaudita incompatibile con i principi sopra richiamati e un atto irrispettoso e provocatorio contro tutti gli immigrati che vivono onestamente del proprio lavoro e si comportano da cittadini rispettosi delle leggi e della convivenza civile che l’Assessore in un crescendo delirante si spinge al punto da proporre deportazioni forzate per quanti con la loro presenza turberebbero la purezza etnica degli autoctoni".


(nella foto, fedeli in preghiera a gallarate e accanto l’assessore Binelli, un rapporto difficile)

In difesa di Binelli si è espresso oggi Giacomo Cosentino di Forza Italia, consigliere comunale. Tra le altre cose, Cosentino chiede che i capigruppo dei tre partiti di opposizione si dimettano perchè non rispettano la libertà di espressione altrui:

"Le dichiarazioni del centro sinistra varesino nei confronti dell’assessore Binelli sono gravi e diffamatorie, l’assessore non ha istigato ad alcun odio razziale e religioso ma si è limitato a fare un’analisi circa la religione musulmana ed il collegamento col terrorismo, è un dato di fatto che esistono cellule islamiche formate da estremisti che in nome del loro Dio tagliano teste e compiono attentati. Alcuni terroristi interpretano il Corano a loro modo e questo è un altro dato di fatto; diverso e sbagliato è generalizzare e dire che tutti i musulmani sono terroristi, ma il messaggio di Binelli non era quello".

Oggi giunge una lettera di difesa della Lega Nord, che sostiene in pieno le idee espresse da Binelli:

“La Lega Nord Varese non solo difende, ma rivendica le dichiarazioni dell’assessore Binelli” – dichiara il segretario cittadino del Carroccio Marco Pinti che la sera del falò di Sant’Antonio sarà dietro lo striscione “Jesuischarlie”. “La minoranza in Comune – prosegue Pinti – è la principale responsabile di un dibattito politico locale sempre più incarognito, che si aggrappa alle parole per tentare di suscitare l’ennesima polemica sterile. Sempre lontana anni luce dai problemi reali delle persone.” “In questo caso poi – evidenzia – l’ipocrisia settaria di chi critica a testa bassa Binelli, risalta ancora di più perchè la Lega Nord è stata lasciata sola, nei giorni seguenti alla strage, a stimolare dalla comunità islamica di Varese una parola di condanna, pubblica e spontanea, di quanto avvenuto.” “Condanna che – aggiunge – ancora aspettiamo, dal momento che la logica da opposti estremismi delle dichiarazioni recenti di Samir Baroudi, come democratici prima che leghisti, la rispediamo al mittente.” Nel giorno del massacro nella redazione di Charlie Hebdo sono state molte le comunità mussulmane della provincia che, a differenza di quella di Varese, hanno condannato la violenza fondamentalista: gesti, secondo Pinti da “apprezzare”, anche se “dovuti e irrinunciabili”. Per questo motivo, il segretario del Carroccio non rinuncia ad una provocazione: “ Se i musulmani di Varese vogliono integrarsi davvero con la città – dichiara – rottamino i loro portavoce che peraltro sono sempre gli stessi da dieci anni.” Quanto agli esponenti delle opposizioni, Pinti li invita ad andare in libreria dove da domani (oggi) sarà disponibile il romanzo Soumission”, in cui lo scrittore francese Houellebecq immagina una Francia del 2020 guidata da un premier musulmano, capace di conquistare il potere grazie ai capitali degli emirati e alla sottomissione della classe digerente locale. “Non è poi così ardito trasportare la stessa suggestione in salsa varesina”, conclude il segretario leghista, immaginando uno scenario in cui “Samir Baroudi vince le primarie grazie al voto islamico (il voto degli immigrati marocchini pare sia stato determinante nella recente sconfitta di Cofferati in Liguria) e diventa sindaco. In giunta una cadreghina per Mirabelli, Cordì e Cammarata (tu quoque) si troverà, Insallah.”

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Pubblicato il 14 Gennaio 2015
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