La sala slot è già pronta, ma la proprietà rinuncia

Un caso in controtendenza rispetto alle numerose aperture avvenute negli ultimi anni: pressione dell'opinione pubblica e nuove norme introdotte dal Comune hanno convinto l'investitore cinese a evitare l'avvio delle "macchinette"

portici stazione gallarate

Le vetrine della sala slot erano installate ormai da mesi, pronte a occultare alla vista dei passanti le “macchinette”, ma gli apparecchi mangiasoldi non entreranno mai in funzione, perché l’imprenditore ha deciso di rinunciare al business. Succede a Gallarate, nella zona della stazione, ed è un caso decisamente in controtendenza (per quanto non unico) rispetto alle numerose aperture di sale slot negli ultimi anni, soprattutto nelle città ma spesso anche nei paesi.

Il caso della nuova sala slot aveva fatto discutere a Gallarate: da un lato l’amministrazione comunale che denunciava le mani legate di fronte ad una attività la cui autorizzazione passa dalla Questura e non dal Comune (è successo più volte, vedi anche qui), dall’altro l’accusa da parte dell’opposizione di non aver voluto tenere sotto controllo le nuove aperture (curiosamente se ne accennava in modo sarcastico anche qui). Su tutto, anche la mobilitazione di una parte della cittadinanza, per una sala giochi che doveva sorgere in posizione molto centrale e sulla strada percorsa ogni giorno da centinaia di studenti che – arrivando in treno – raggiungono le scuole vicine, in particolare l’Ipc Falcone distante duecento metri.

Ora, però, arriva lo stop: «Alle 19.30 di ieri hanno tolto insegne e vetrofanie» spiega l’assessore alle attività produttive Angelo Bruno Protasoni, che spiega di aver avuto un colloquio con la persona che segue, a Gallarate, gli affari dell’imprenditore cinese che voleva aprire la sala slot (e non è il primo caso di investimento straniero nel settore). «La collocazione non è in regola con la Legge Regionale che prevede distanze minime di luoghi sensibili, tra cui le scuole. Ma la nuova sala sarebbe in contraddizione anche con le norme del nuovo Pgt».

«Avevamo già un regolamento, ma senza norma di Pgt non ha efficacia se viene impugnato in tribunale» continua Protasoni (anche a Cassano si sta parlando in queste settimane di regolamento). L’amministrazione comunale ha infatti deciso di inserire all’interno delle norme tecniche urbanistiche (che regolano cosa costruire, dove installare servizi e attività produttive) una parte che vieta nuove aperture se non all’interno di regole molto stringenti. La Variante al Pgt ha passato solo il primo dei due voti in consiglio comunale (clicca qui per approfondire), ma produce già effetti dopo l’adozione: ogni intervento nuovo in città prevede la doppia conformità, al vecchio e al nuovo Pgt, fino a quando il nuovo non passerà il secondo voto.

«Abbiamo vinto una battaglia» dice l’assessore di Gallarate, che spiega che quest’anno gli uffici comunali avvieranno una mappatura di tutte le “macchinette” presenti nelle sale giochi «per verificare se rispondono a nuova legge regionale che stabilisce il divieto di nuove macchine entro 500 metri da luoghi definiti sensibili».

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 05 Marzo 2015
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