Accam, accelerare la chiusura
Lo sprint verso lo spegnimento dei forni dell'inceneritore deriva da un quadro economico che prospetta una perdita di oltre 4 milioni nel 2015. Ora l'assemblea dei soci dovrà fare in fretta per i nuovi impianti

Accelerare la chiusura di Accam per fermare la spirale delle perdite e avviare il prima possibile la trasformazione dell’impianto da inceneritore a fabbrica dei materiali. Il quadro emerso ieri sera (giovedì) dalla riunione della commissione di controllo analogo formata dai rappresentanti dei vari comuni soci e il consiglio di amministrazione, guidato da Emilio Cremona, parla di perdite per il 2015 (oltre 4,5 milioni) superiori a quelle del 2014 . Un quadro economico che è la diretta conseguenza della decisione di non effettuare la famosa ristrutturazione dell’impianto.
La possibilità che si spenga i forni entro quest’anno si fa, dunque, più concreta (salvo decisioni diverse del governo centrale come prospettato dall’assessore regionale Terzi qualche giorno fa) ma dovrà essere l’assemblea dei soci a dover ratificare questa scelta. L’obiettivo sarebbe quello di non far pesare sulle tariffe una situazione economica che si fa sempre più difficile e anticipare il più possibile le mosse del governo che potrebbero mantenere ancora in vita i forni dell’inceneritore borsanese.
La decisione di anticipare la chiusura, però, deve essere corredata da un piano certo per il futuro e al momento di passi in questa direzione ne sono stati fatti pochi: è ancora in fase di studio tutto il discorso della fabbrica dei materiali, dell’impianto dell’umido a Legnano e la nuova società per la raccolta e il conferimento dei rifiuti che dovrebbe unire sotto il cappello di Accam le tre partecipate dei comuni di Busto, Legnano e Gallarate.
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