Una clausola per frenare l’immigrazione e salvare i bilaterali

La soluzione di Berna per attuare l'iniziativa "Contro l'immigrazione di massa" senza compromettere gli accordi con l'Ue ed evitare di bruciare 32 miliardi di franchi all'anno

immigrazione di massa udc

Come attuare l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa“, approvata dai cittadini svizzeri il 9 febbraio del 2014, senza compromettere gli accordi bilaterali con l’Unione Europea? Per la Svizzera trovare una soluzione in grado di tutelare le relazioni con l’Ue è tutt’altro che semplice. Anche perché la posta in gioco è molto alta: secondo due studi commissionati e presentati dal governo elvetico in caso di disdetta degli accordi bilaterali I si assisterebbe a un’erosione cumulata del Pil di circa 32 miliardi di franchi all’anno oltre naturalmente a ricadute negative sull’economia legate all’incertezza dei rapporti tra la Confederazione e gli altri stati europei.

Il perché si è arrivati a questo punto è legato alle conseguenze dell’applicazione dell’iniziativa «Contro l’immigrazione di massa» che in sostanza mette in dubbio il principio della libera circolazione delle persone e, siccome i Bilaterali sono legati tra di loro in virtù di una “clausola ghigliottina”, in caso di caduta dell’accordo sulla libera circolazione (ALC) tutti i Bilaterali sarebbero sospesi 6 mesi dopo.

A fronte di tutto ciò, dopo quasi due anni, il governo svizzero ha comunicato l’intenzione di proporre una clausola di salvaguardia per regolare l’immigrazione di coloro che rientrano nel campo d’applicazione dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone con l’Unione europea, ossia la possibilità di porre un tetto all’immigrazione per determinati periodi e in precise circostanze.

La clausola sarebbe negoziata con Bruxelles :«In tal modo – si legge nella nota del Consiglio Federale – si garantirebbe la via bilaterale e si ristabilirebbe la certezza giuridica, d’importanza fondamentale per la piazza svizzera».

Ma c’è anche una via parallela: il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale di giustizia e polizia di elaborare anche una clausola di salvaguardia unilaterale, «che regoli l’immigrazione limitando temporaneamente e in modo mirato la concessione di permessi per persone provenienti dagli Stati dell’UE/AELS».

Una clausola di salvaguardia consensuale con l’UE permetterebbe anche di firmare e ratificare il Protocollo III sull’estensione dell’Accordo di libera circolazione alla Croazia, condizione necessaria affinché la Svizzera possa partecipare al programma quadro di ricerca europeo Horizon 2020 anche dopo il 2016.

Il valore dei bilaterali – La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ha incaricato due istituti di ricerca indipendenti, BAKBASEL ed Ecoplan, di analizzare l’impatto economico di un abbandono dei Bilaterali I. Gli studi dimostrano che a partire dal 2018 l’abbandono dei Bilaterali I avrebbe notevoli ripercussioni negative per l’economia nazionale svizzera.

I risultati principali degli studi:

Secondo le stime degli istituti di ricerca, nel 2035 il prodotto interno lordo (PIL) sarebbe nettamente inferiore rispetto allo scenario con i Bilaterali I, ossia -4,9 per cento (Ecoplan, senza l’accordo sulla ricerca) e -7,1 per cento (BAKBASEL).

L’effetto cumulato fino al 2035 è un’erosione del PIL svizzero tra i 460 e i 630 miliardi di franchi ossia all’incirca l’equivalente di un attuale «reddito annuo» dell’economia svizzera. In altre parole il PIL diminuirebbe, in media, di circa 32 miliardi di franchi all’anno, pari alla performance economica annua di un Cantone medio-grande come quello di San Gallo oppure dell’intero settore svizzero dell’edilizia.

Nel 2035 il PIL pro capite, rispetto allo scenario con i BilateraliI, sarebbe inferiore di-1,5 per cento (Ecoplan) e -3,9 per cento (BAKBASEL).

Le conseguenze sul mercato del lavoro – «Il contingentamento dell’immigrazione – prosegue lo studio – ridurrebbe l’offerta di lavoro e farebbe lievitare i costi del reperimento di manodopera. L’abbandono degli altri accordi sull’accesso al mercato creerebbe nuove barriere commerciali e limiterebbe l’accesso al mercato. Ciò indebolirebbe la competitività della Svizzera, con conseguenze negative sul commercio estero, e frenerebbe la concorrenza nazionale. In caso di abbandono dell’accordo sulla ricerca si prevede un calo dell’efficienza di questo settore in Svizzera. Un abbandono dei Bilaterali I inciderebbe fortemente sulle condizioni quadro e, a livello generale, farebbe diminuire l’attrattiva della piazza svizzera. Gli istituti di ricerca hanno potuto analizzare solo in parte queste conseguenze, particolarmente complesse sul piano metodologico. Oltre a ciò, numerose disposizioni degli accordi, pur non essendo quantificabili, se abolite potrebbero avere ripercussioni negative. Bisogna dunque partire dal presupposto che la fine dei Bilaterali I avrebbe ripercussioni economiche ben superiori alle stime e renderebbe incerto il proseguimento di altri accordi con l’UE o la stipula di futuri accordi di accesso al mercato, pregiudicando pesantemente le relazioni con quello che, di gran lunga, è il principale partner commerciale della Svizzera».

Un nuovo voto – I cittadini della Svizzera voteranno nuovamente sul tema della libera circolazione. L’iniziativa “Fuori dal vicolo cieco” che ha l’obiettivo di eliminare i contingenti per gli stranieri previsto del voto sull’immigrazione del 9 febbraio 2014 ha raccolto 110’000 firme.

Maria Carla Cebrelli
mariacarla.cebrelli@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Dicembre 2015
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