Gli ospedali si difendono: “Siamo fortemente impegnati nella riscossione dei ticket”
Le due ASST si difendono dalle accuse mosse dalla Guardia di Finanza secondo cui l'inadempienza degli ospedali avrebbe causato un danno erariale di due milioni e mezzo di euro
Gli ospedali del territorio si difendono. La segnalazione alla Procura della Corte dei Conti fatta dalla Guardia di Finanza per la mancata riscossione dei ticket di pronto soccorso per i codici bianchi è stata accolta con sconcerto dalle due Aziende socio sanitarie: «Le ASST dei Sette Laghi e della Valle Olona – spiegano in un comunicato congiunto – sono fortemente impegnate sul fronte della riscossione dei ticket da codice bianco in Pronto Soccorso, così come di tutti i ticket relativi alle prestazioni ambulatoriali. È vero che la riscossione dei ticket di PS, legati a situazioni di emergenza-urgenza, presenta certamente una complessità maggiore, ragione per cui le Aziende hanno definito e messo in pratica da tempo delle procedure amministrative dedicate proprio al recupero di tali crediti. Sarà fornito alla Corte dei Conti, a fronte di eventuali rilievi, ogni chiarimento relativo a quanto viene costantemente messo in atto».
Il problema nasce dalle stesse modalità di accesso al pronto soccorso. Il paziente arriva denunciando un problema: se il medico ritiene che non ci siano gli estremi dell’emergenza urgenza ( Regione Lombardia ha specificato quali prestazioni rientrino nei codici verdi e quindi gratuiti) al momento della dimissione viene fornito il referto e la richiesto di pagamento di 25 euro secondo determinate modalità.
Per evitare dimenticanze eventuali, dopo un mese viene inviata a casa una raccomandata con il bollettino postale da compilare. Se perdura l’inadempienza, si apre la cartella esattoriale.
Prima del 2005 poter individuare “i furbetti del ticket” era complicato perché i controlli venivano effettuati a mano. Poi è stato introdotto un programma informatico che confronta le prestazioni erogate dal PS con la ragioneria: da questi controlli incrociati si risale agli inadempienti e si avvia la procedura di sollecito.
Effettivamente, lamentele dei cittadini che non riuscivano a dimostrare di aver pagato sono arrivate in redazione: la legge prevede che il tempo di prescrizioni del pagamento sia di 10 anni ma non sempre si tengono tutte le ricevute.
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Leggendo la smentita viene confermato quanto dice la Gdf! Cioe’ a chi non paga i 25 euro viene poi inviata la raccomandata e dopo ev. si fa la cartella esattoriale!! Vuol dire che ci sono 2,5 milioni di euro in cartelle da 25 euro l’una; per chi e’ capace di intendere e di volere capisce che la maggior parte non verranno mai pagati contando sulla somma esigua o sugli anni necessari affinche’ il fisco mandi i solleciti, ingiunzioni ecc. ecc. Azzarderei anche che i maghi dei bilanci li mettano tra le attivita’. Cioe’ , e’ cosi’ o e’ il 1. di aprile?
In pratica ne deduciamo che confidare nell’onestà di un popolo di ipotetici ladri se la si prende in saccoccia. Gli onesti in questo paese sono la minoranza.
Inoltre si carica la Gdf di un ulteriore gravoso compito.
Non sarebbe meglio far pagare direttamente il ticket nella struttura sanitaria?
Ma mettere in condizioni di pagare direttamente al pronto soccorso il ticket sanitario?
Se si paga si ha diritto alla assistenza altrimenti la porta di uscita è la stessa di quella di ingresso.
Del resto si sta parlando di codici bianchi.