Maxi operazione antidroga, arresti anche a Varese
Undici le persone finite in manette per un giro di coca e hascisc in tre province del Nord Italia
Spaccio da 120mila euro al mese, un morto ammazzato, tanta droga che arriva dal Marocco, una alleanza tra siciliani e calabresi per gestire il traffico. E’ il contesto di una operazione, ribattezzata “Alleanza”, che alle prime luci dell’alba ha portato a 11 arresti su ordinanza del gip di Busto Arsizio; una maxi operazione dei carabinieri di Varese effettuata con il supporto di tre unità cinofili dei carabinieri di Casatenovo (LC), Orio al Serio (BG) e Volpiano (TO) contro il traffico di sostanze stupefacenti.
Sono 20 i chilogrammi sequestrati, mentre le undici ordinanze di custodia cautelare emesse dall’autorità giudiziaria di Busto Arsizio e le numerose perquisizioni sono state eseguite nelle provincie di Varese, Milano e Novara.
Una banda di italiani e marocchini si approvvigionava di ingenti quantità di hashish e cocaina per immetterle sul mercato.
L’indagine ha avuto origine nel mese di novembre del 2013, quando una pattuglia dei Carabinieri di Varese, nel transitare in abiti civili nella periferia di Busto Arsizio, ha assistito all’incontro tra un individuo di origini gelesi, vicino agli ambienti della “Stidda”, ed un pluripregiudicato calabrese, poi emigrato in Spagna e ritrovato morto il 28 marzo del 2015 nelle campagne di Isola Capo Rizzuto (KR), suo luogo di origine, attinto da diversi colpi d’arma da fuoco. Si tratta di Fiore Gentile.
I carabinieri hanno ipotizzato che stessero creando una sorta di “alleanza” per meglio garantirsi ingenti introiti dallo spaccio di sostanze stupefacenti nella provincia di Varese. La rete scoperta aveva come terminale il Marocco. Sono stati identificati sia gli importatori marocchini dei “pacchi” (dove per pacco si intendeva una quantità di hashish di circa 30 kg) sia gli acquirenti finali, che acquistavano chilogrammi di sostanza stupefacente, per poi rivenderla sul territorio in quantità più ridotte.
L’indagine ha coinvolto 50 persone, e i carabinieri hanno anche decriptato il linguaggio cifrato usato per celare il vero oggetto delle conversazioni tra gli indagati (un vero e proprio codice in cui l’hashish veniva chiamato ‘‘Super”, ‘Lavazza”, ”Panini”, “Birre”, “Pacco” e – per indicare la sostanza di qualità migliore – “Telecomando”. Mentre la “cocaina” – anch’essa spacciata dal sodalizio anche se in misura meno ingente – era chiamata “Bianca”, distinguendola dalla “bionda”, che invece era riconducibile ad un altro tipo di hashish molto ricercato dai clienti).
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